martedì 25 febbraio 2014

Maggioranze variabili

All'inizio degli anni '60 ci fu in italia una mezza rivoluzione per un governo appoggiato in modo gattopardesco dalla destra, perchè  era cosiderata estremamente pericolosa per una democrazia la non chiarezza, quella linea oscura che confondeva maggioranza ed opposizione. Evidentemente piano piano ci si abitua a tutto, fino a considerare questa evenienza salvifica per l'Italia e non pericolosa per le istituzioni. Abbiamo oggi una maggioranza variabile che secondo le esigenze e le convenienze può arrivare a superare i due terzi dei votanti senza che nessuno rinunci al suo ruolo di maggioranza od opposizione, con indubbi vantaggi sull'elettorato di ambo le parti, possono far tutto senza prendersene la responsabiltà diretta. Patetiche poi quelle opposizioncine, fatte di pochi deputati e senatori, pronte a votare contro od a favore appena sentono il fischio del padrone. Ecco, secondo noi sono opposizioni "à la carte"

lunedì 24 febbraio 2014

Miserabili aspettative 2 La vendetta

Una ne pensano e cento ne fanno, finalmente abbiamo dei genii ai posti di comando. Sono ormai parecchi anni che ci ripetono in continuazione il mantra del debito, troppo, alto insostenibile, quindi da ridurre e poi da abbattere, diamo per buono tutto ciò senza addentrarci nelle bugie colossali che un simile ragionamento implica, cosa si fa per sostenere il debito? Di solito si emettono buoni del tesoro, più la gente ne compra più il debito è tenuto a freno con bassi interessi, meno se vendono più salgono e costano allo stato. Elementare Watson, elementare. Un super genio appena elevato ai gradi di comando fa una dichiarazione in cui dice che bisogna alzare il prelievo fiscale sui suddetti Bot per ridurre il cuneo fiscale... abbiamo sentito bene? E' un modo come un altro per dire ai piccoli risparmiatori state alla larga dai titoli di stato perchè fra poco non solo non renderanno niente ma avranno addirittura dei costi superiori agli interessi, E' così che pensate di tenere sotto controllo il debito? Scoraggiando gl'investitori istituzionali? Dove e a chi saranno venduti i suddetti titoli dopo questi provvedimenti? Alle banche che non pagano intermediazione, bolli e gabelle varie? E quanto ci si guadagna? E se fosse un modo per far investire la gente , la povera gente nei moderni e famigerati "fondi" di cui si conosce l'entrata e mai l'uscita?

domenica 23 febbraio 2014

Miserabili aspettative

E così abbiamo un nuovo governo che promette cose nuove e fantastiche: spending review, riduzione del debito, dismissioni e privatizzazioni,  riforma del lavoro con più flessibilità in entrata ed in uscita. Complimentoni, musica nuova in cucina! Adesso si che si avverte il cambiamento! Miserabili aspettative per un paese che non sa più guardare avanti, che si è chiuso a riccio dentro alle sue corporazioni, i suoi giochi di potere e con la ferma volontà di non vedere oltre il proprio naso. Seri analisti ci dicono che tra venti o trent'anni tutto il mondo, così come lo abbiamo conosciuto adesso, cambierà o scomparirà del tutto, governi seri e paesi non succubi del presente stanno facendo tutto quello che c'è da fare per prepararsi al meglio, noi ci balocchiamo tra una riforma della burocrazia ed una liberalizzazione dei servizi, ecco, sono queste le nostre ricette miracolose! Per non rimanere incastrati nel peggio bisognerebbe investire cifre considerevoli nella scuola e nella ricerca PUBBLICA, poi fare in modo che tutto ciò che viene prodotto ed inventato rimanga qui. Noi oggi creiamo fior fiore di scienziati, la cui formazione costa tanto, e poi li lasciamo andare, perdendo soldi ed innovazione. Ci vorrebbe anche una seria programmazione industriale, da quanti anni non ce n'è più traccia nei programmi governativi? Perchè si persegue o si facilita una deindustrializzazione latente ed inarrestabile? Forse perchè degli imbecilli ci dicono che possiamo vivere bene  anche col solo turismo?

sabato 22 febbraio 2014

Pulizie generali

Ogni svolta storica ha bisogno di un addetto alle pulizie che faccia un pò d'ordine e rimetta le cose al loro posto. Anni fa una ministra con studi approssimativi e misteriosi sbraitava a destra ed a manca che la nostra difficoltà a rimanere competivi derivava dal '68, simbolo massimo del nostro lassismo e della mancanza di meritocrazia. Pezzo dopo pezzo ricostruiscono la storia secondo le loro esigenze e le loro aspettative e dopo i diritti civili, i codici, il lavoro, la scuola, la sanità, il corpo, viene ora attaccata l'arte ovvero della percezione che ne abbiamo avuto in questi anni. Un'addetta  trova degli scatoloni con annesso materiale eterogeneo, chiama il servizio comunale ed il tutto sparisce in discarica, peccato che facevano parte di un'installazione da inaugurare da lì a poco, classico rimbrotto e via come prima, sono cose che succedono e sono sempre successe, ma questa volta le cose non vanno proprio così perchè la signora in questione diventa una star della "rottamazione" . Certo non bisogna mai generalizzare o trarre conclusioni univoche ma perchè non premiarla con qualche ministero vista l'affinità e la precisione negli interventi? Siamo o non siamo  entrati in un'epoca di decisioni rapide, di fatti e di figure carismatiche che ci libereranno dalle cianfrusaglie ideologiche lasciateci in eredità?  Mai più estintori scambiati per opere d'arte (e viceversa), che l'ordine torni sovrano coi quadri o le sculture al loro (giusto) posto. La fantasia del visitatore non deve essere stimolata più di tanto ed il suo apporto deve essere limitato alle opere allineate sulle pareti. Alla fine, quando esce, non deve avere dubbi su ciò che ha visto e percepito, tutto deve essere chiaro ed al posto giusto, per non creare mondi o illusioni di alternative possibili al quì ed ora così come ci viene gentilmente offerto dalla ditta committente.

venerdì 21 febbraio 2014

Bugie bipolari

Ad una prima lettura sembra che non siano gli stessi giornali e le stesse firme che quotidianamente ci mettono in guardia contro i pericoli rappresentati per la democrazia e per il nostro futuro dai gruppi che si oppongono con pericolosi volantini o assemblee sediziose a progetti territoriali non graditi, o peggio a lavoratori che scendendo in piazza per difendere il posto di lavoro minacciano la stabilità e l'economia intera. La realtà è sempre molto complessa ma qui abbiamo una semplificazione brutale dei fatti con punte di dinformazione colossali. Chi sta scendendo in piazza a Kiev? Sicuramente non è un'entità unica, ci sono parecchie voci e quelli che chiedono l'adesione o la vicinanza all'europa non lo fanno certamente per sentire i moniti di Olli Rehn o per vedersi tagliare il welfare, verosimilmente lo fanno per allontanarsi da Mosca. Ma questa non è l'unica componente della protesta, anzi non è neppure quella più preponderante e significativa, purtroppo  a guidare gli assalti contri le forze governativa c' è una pericolosa aggregazione di forze ultranazionaliste  e xenofobe, ma questo non si deve dire e non si deve far sapere.

domenica 16 febbraio 2014

nascondere ed occultare

Il pericolo, vero, per una democrazia non viene solo dal livello della sua classe politica ma incide molto anche l'adeguatezza o l'inadeguatezza dei media che devono funzionare da cani da guardia, non mollando mai la presa sulla realtà, la cui narrazione non deve mai essere accondiscendente e servile ma asciutta e non ricattabile. Tutti i nostri giornalini suonano la grancassa per numeri insignificanti ed a ben vedere di doppia lettura: una bassa inflazione non è segno di stabiltà ma di recessione, un aumento del pil dello 0,1 a fronte di una perdita di 10 punti ed oltre negli ultimi 5 anni non può essere motivo di vanto o di "uscita dalla crisi" ma di profondo allarme, una diminuzione della cassa integrazione non vuol dire più lavoro ma più prosaicamente che si è raschiato il fondo: poi ci sono le notizie da matita rossa, cioè da non pubblicare, da non far sapere o da far sparire. Dopo un periodo di attenzione costante dei media sono spariti i suicidi per motivi economici, ci dicevano che erano sovrastimati e non precisi nelle cause, bene, notizie fresche fresche ci dicono che nel nel 2013 sono raddoppiati rispetto all'anno precedente ma di tutto questo non si sa quasi niente, relegati in qualche noticina interna, aumentano i casi di vecchietti deceduti e tenuti in casa per riscuotere la magra pensione e non morire di fame, i giornali li trattano come casi clinici ed aberrazioni alla psycho, mai come un'esplosione di nuova povertà. E si potrebbe continuare....

mercoledì 12 febbraio 2014

Torbidi sedimenti (fango)

Il grande giornalista Indro Montanelli era convinto, a ragione, che uno dei mali principali del nostro paese, forse il più grosso, fosse la capacità malefica dei ceti dominanti e dei gruppi di potere di coalizzarsi contro qualsiasi cosa minacciasse nel presente il loro potere. Gruppi eterogenei ,con interessi diversi e contrapposti che però in taluni casi della nostra storia hanno trovato un punto di unione e di convergenza nel difendere i loro interessi, ricorrendo se il caso lo richiedeva, anche all'aiuto straniero per raggiungere i loro scopi. Tutti abbiamo pensato che in questi anni si siano contrapposte due Italie: una gretta, fatta di caste chiuse, privilegi e illegalità diffusa, ed un'altra "liberal" con un'idea aperta e moderna dello stato, consapevole delle dinamiche sociali e dei diritti da difendere e portare avanti, anche se con "juicio" e moderazione. Bene, adesso siamo passati ad altro, alla convergenza parallella o al patto d'acciaio. Come altrimenti definire le inquietanti interviste in cui i padri del riformismo, i padrini dell'editoria " progressista" danno il benestare, l'appoggio incondizionato ad una svolta autoritaria e fuori da qualsiasi norma costituzionale?

martedì 11 febbraio 2014

Unanimità di governo e di lotta

E così il procedimento per le "anomalie" costituzionali del nostro presidente non inizia neanche. Evidentemente va bene così, tutto come da previsioni, ma perchè "l'opposizione" rappresentata da FI rinuncia ad approfondire la questione? Un suo presidente ed un suo governo sono stati costretti alle dimissioni senza un voto di sfiducia e senza neanche una dichiarazione contraria delle forze politiche che l'appoggiavano. La questione è che da vent'anni c'è un solo partito che governa e quindi le due forze in campo non hanno nessunissimo interesse a farsi del male, l'unico loro interesse è di coprire di polvere ogni novità e blindare la loro "governance". Nelle elezioni 2006 un bravo giornalista cercò di capire cosa fosse successo alle schede bianche e nulle, niente di più. I primi a voler chiudere tutto in fretta, vedendo con malcelato fastidio ogni richiesta di chiarimenti, furono gli eventuali danneggiati cioè i partiti del centrosinistra e la cosa finì lì. C'è da chiedersi ancor oggi, perchè?

lunedì 10 febbraio 2014

Banche e democrazia

Estate 2011, improvvisamente, come una guerra lampo ci ritroviamo sotto attacco, massiccie vendite dei nostri titoli di stato ( portate avanti sopratutto dalle banche tedesche) portano lo spread in poche ore a livelli da default. A giugno si erano svolti, ricordiamolo, i referendum che avevano impedito la privatizzazione dell'acqua e dei servizi in generale, notoriamente invece cavallo di battaglia della nomeklatura finanziaria mondiale. A novembre, nel giro di un giorno l'uno dall'altro vengono defenestrati  i leader di Italia e Grecia, sostituiti con due impiegati di banca, di alto livello dirigenziale, ma comunque sempre impiegati di banca. Fin qui niente di nuovo, l'emergenza, la necessità di salvare il paese, bla..bla..bla.. avevano giustificato tutto ciò, ma adesso piano piano, silenziosamente, viene fuori che l'intenzione del cambio ai vertici dello stato si era manifestata PRIMA della tempesta finanziaria e tutto ciò rende opaca,  la distinzione tra cause ed effetti. Perchè cercavano un nuovo premier quando tutto ancora doveva succedere? Lo sapevano? Erano stati avvertiti? O lo spread è stato usato  come un ariete per sfondare le più elementari regole democratiche?

giovedì 6 febbraio 2014

Previdenza insediativa

Altro giro altra corsa, adesso è il turno della previdenza, fuoco incrociato di Tutti i media e via con le cannonate. Lasciate (per il momento) libere la pagine da legge elettorale e varie, come da copione si passa ad altro. Parentesi e riassunto delle puntate precedenti. Una delle "raccomandazioni" che non si possono rifiutare partite da Fmi, Ue, DB e soci riguardava la nostra previdenza ancora con troppa (per loro) presenza pubblica e poca presenza di fondi privati, allora via con la campagna terroristica sul crollo dei conti Inps, sulla loro inefficienza e la poca redditività in confronto ai piani integrativi e susseguente varo della micidiale riforma del 2011 che ci ha reso leader della gerontocrazia nel mondo del lavoro con arzilli muratori settantenni che vanno su e giù dalle impalcature. Ma si vede che per questi signori non basta ancora e quindi via alla parte seconda: urla e strepiti, crolla crolla, questa volta il sistema non regge e giù numeri su numeri che certificherebbero l'imminente catastrofe. Solenni dottori con le orecchie d'asino sentenziano che il danno è strutturale e  bisogna mettere mano ad una "seria" riforma come dicono loro, cioè smantellare tutto e dare i soldi al mercato, che sa sempre come fare. Ma andando a vedere i bilanci, cosa si scopre?  che i lavoratori sono più dei pensionati, che le pensioni estinte sono più di quelle nuove, dov'è allora la falla? dopo la grande riforma, con i bilanci ancora in attivo, si incorporano nell'istituto una serie di enti in totale dissesto che portano in dote debiti per decine di miliardi. E' il vecchio copione del 2007: debiti privati che vengono accollati all'intera comunità. Elementare Watson, elementare.