sabato 28 febbraio 2015

Qualcuno ha visto la rete?

Forse è l'amara fine di un sogno o forse è solo la sua logica conclusione. Tutti avevamo creduto al mito della rete che ci avrebbe resi tutti più liberi. Lì ognuno di noi non solo poteva sentire tutto ma anche dire tutto a tutti, il regno della libertà assoluta dove la conoscenza e l'informazione non avrebbero avuto limiti, ora tralasciamo i giochi planetari sui motori di ricerca e sui nuovi padroni sempre più legati agli apparati di sicurezza statali e concentriamoci sui più piccoli ma non meno evidenti cambiamenti nei siti di uso quotidiani, cosa sta succedendo in quei paraggi? Lì stata montata una gigantesca museruola che drena contenuti e commenti secondo le modalità classiche del "sedare, minimizzare ed isolare" Entri e ti ritrovi in un supermercato dove fai fatica a trovare ciò che hai chiesto, finestre e finestrelle ti introducono automaticamente dove tu non hai nessuna intenzione di andare e dove non ti interessa minimamente ciò che ti viene proposto. Indugi sulla stessa pagina? Con timer micidiale dopo un tempo prestabilto e dato vieni reindirizzato sull'home page iniziale, se poi ti decidi e vai su qualcosa, dopo la valanga pubblicitaria vieni automaticamente attaccato a qualcos'altro che come un treno parte e va indipendentemente dalla tua volontà. Provi ad attivare i  commenti ma spesso sono blindati, impossibile accedere ed ove ciò è possibile vieni immesso in una specie di quarta dimensione dove il  commento c'è ma diventa praticamente irragiungibile, sei stato indirizzato in una terra di nessuno, un cimitero da cui non si esce. E questo probabilmente, è solo l'inizio.

martedì 24 febbraio 2015

La strage degli incontinenti

La grande fabbrica per eccellenza annuncia con cori, rulli di tamburi, e compiacenze istituzionali che la produzione sta ripartendo alla grande ma, ma.. c'è un problemino, poca cosa s'intende ma capace però di creare apprensione nel clima generale di competitività e di lotta per un decimale di mercato in più. I vecchi lavoratori, quelli a cui la brava Fornero ha prolungato di una decina d'anni il lavoro alla catena secondo l'azienda non sono più collocabili nelle fasi di produzione neanche demansionati, allora, rimangono i prepensionamenti, no,si doveva fare entro il 2014, ma ci sarò la cassa integrazione, no, sparita anche quella, incentivi all'uscita? Improponibili perchè diseducativi. Domanda fatale: avendo in mente anche la recente abolizione dell'art. 18 con la relativa strage di diritti, che cosa sarà di questi lavoratori? Si procederà con quello che viene definito riequilibrio generazionale, hai lavorato tutta una vita ed adesso sei diventato inutile ed inefficiente? Fatti da parte e fai lavorare i giovani, non ti sono bastati trent'anni e più di stipendi? Pretendi anche la pensione?

giovedì 19 febbraio 2015

Emeritocrazia

Il nostro bravo presidente ne ha sparata un'altra delle sue: Per lui è vero, ( e sottintinteso giusto e sacrosanto) che ci siano delle scuole di serie A e scuole di serie B, perchè dipende tutto dal merito. Ora, caro bravo ragazzo, che cosa è il merito? Come si quantifica la conoscenza? Piccoli esempi: Quasi tutti i più grandi geni hanno avuto degli inizi scolastici disastrosi, ergo,adottando rigidamente i criteri meritocratici non avrebbero avuto nessun titolo per diventare dei geni, hanno forzato le regole e le norme che definiscono queste cose, se il loro percorso scolastico era stato pessimo non avevano alcun diritto di farsi strada e dimostrare le loro capacità mettendo così in discussione l'ordine ed i criteri stabilti dall'alto. Se c'è una cosa che non si lascia imbrigliare in categorie numeriche, graduatorie e classifiche, profitto, utilità tra entrate ed uscite, redditività spicciola, è la conoscenza. Le piccole università tedesche che all'inizio del secolo scorso hanno sfornato personaltà inarrivabili come debbono essere definite? Sicuramente non rientrerebbero nella moderna mentalità che fa preferire il manager al preside come se la cultura fosse un sottoprodotto della finanza con rientri sicuri del capitale speso. Si vogliono produrre dei robottini con scadenza e revisione annuale o delle persone che sappiano valutare e dirigere il loro percorso conoscitivo?

domenica 15 febbraio 2015

La prevalenza del cretino 2

Il nostro è il mondo della razionalità, molte cose non si possono fare od avere perchè, ci spiegano incompatibili con la realtà. Poi però da queste università del possibile ci vengono lezioni assurde ed inspiegabili. Da bravi cittadini dobbiamo subire tutta la "realpolitk" economica perchè, ci dicono è l'unica possibile ed la sola che ci porterà verso il futuro (quale non lo dicono) ma contemporaneamente ci informano che il mondo è in pericolo perchè qualcuno vuol far saltare l'ordine mondiale. L'una e l'altra cosa probabilmente sono legate da dei fili solidissimi, ma facciamo finta di non crederci ed elenchiamo i fatti, nudi e crudi. C'era fino a pochissimi anni fa una rete ed un equilibrio mediterraneo e mediorientale che reggeva, poi sono arrivate le primavere, giuste e sacrosante, e quest'equilbrio è saltato sopratutto per valutazioni errate o cretinate allo stato puro. Se perfar cadere un dittatore sanguinario armi dei tagliagole barbari e senza scrupoli e logico che poi non ti puoi aspettare un futuro radioso, se invece della democrazia arriva il caos, le violenze, i massacri, forse non sono stati aiutati i gruppi e le persone giuste o forse era meglio non intervenire del tutto,  perchè allo stato dei fatti il mediterraneo è ingovernabile. Era questo che si voleva? E' razionale andare a combattere chi hai aiutato a prendere il potere? Vogliamo essere buoni e non pensare a complotti e cose simili, quindi diciamo a questi politicanti che ci invitano alla guerra a pensarci bene prima di scegliere gli amici ed i nemici. Vogliamo credere fermamente che sono solo degli imbecilli.

giovedì 12 febbraio 2015

Fare presto e senza rumore

Uno dei modi più comuni di delegittimare ogni dissenso è quello di creare un a necessità assoluta ed inderogabile. Fatto questo si può procedere senza troppi ostacoli: Chi non è con me è contro di me e contro gli interessi comuni di tutta la nazione e di tutta la gente. La necessità c'è, non c'è bisogno di dimostrarla, è un atto di fede che come in tutte le religioni diventa atto di sottomissione ad un disegno trascendente e già deciso. Verità rivelate: C'è bisogno di più autorità e di più velocità nelle decisioni governative, ergo, non ci possiamo più permettere tempi lunghi ,indecisioni e preferenze, la politica siamo noi e noi scegliamo chi la deve rappresentare. Sono proposizioni che analizzate con calma e senza la teologia delle liberalizzazioni fanno meditare. Gli anni più prosperi del nostro paese sono stati quelli in cui si cambiava un governo quasi ogni sei mesi,quindi la politica non dipende dai tempi più o meno lunghi di governabilità ma dalla sua capacità di mediare e compattere il corpo sociale in TUTTE le sue componenti, senza lasciarne nessuna dietro o dichiararla inappropriata. Quindi il fare presto, andare dritti senza guardare in faccia niente e nessuno non ci salvaguarda affatto dai mali del presente, che sono tanti e non possono essere eliminati da colpi di mano o decisioni forti, tutt'altro. Come insegnava il buon Friedrich il futuro sarà segnato dalla morte della necessità.

domenica 8 febbraio 2015

Immanente, troppo immanente

Martin Heidegger è una figura talmente complessa che è quasi impossibile definirlo in un sistema filosofico chiuso e delimitato, il suo pensiero spazia tra il tutto ed il nulla e mette in discussione tutta la conoscenza occidentale. Avevano provato a definirlo "Esistenzialista" e la cosa gli dava, a ragione, parecchio fastidio perchè era come voler mettere una balena in un vaschetta per pesciolini rossi, nella sua opera c'è di più, molto di più. Saltando tutta la tradizione lunga venti secoli chiama in causa i primi pensatori e da loro, solo da loro riparte per ridefinire il concetto di "essere", capisce che questo "essere" non può stare al di fuori dall'ente, non può neanche farne parte ma essere nell'ente, capisce sopratutto che non può essere definito e delimitato, esso è un continuo percorso di svelamento, una rimodulazione continua ed incessante. Questo mette in crisi tutta una costruzione epistemica secolare che invece cercava la misura ed il limite, la costruzione di una verità unica ed immutabile. E tutto ciò, forse, oggi torna ad essere inaccettbile per un mondo che ha bisogno di modalità di pensiero totalizzanti e pre-definiti.

lunedì 2 febbraio 2015

Vittoria, vittoria!

Nei commenti del dopo elezione c'è un vincitore certo, assoluto, che ha sbaragliato destra e sinistra ed ha imposto il SUO candidato, onesto ed al di sopra delle parti. Non c'è altro, sembra che non sia più compito dei giornali spiegare e ragionare sui fatti, andare alla ricerca delle cause e delle motivazioni. Ma analizzando il tutto non sembra che sia così lineare e definito, il nuovo presidente  non si limiterà a fare il notaio, non firmerà a scatola chiusa, chiederà i testi delle leggi da promulgare, obietterà su tutte le eccezioni d'incostituzionalità che le future "riforme" porranno, cosa ovvia e scontata per un ex giudice della corte. Allora ci si può domandare,siamo sicuri che l'eletto alla suprema carica sia così in sintonia con l'ex ragazzo? Siamo sicuri  che non sia stato scelto malgrè-soi per non vedere sparire più di mezzo partito? E' una vittoria od un compromesso con la sua minoranza interna finalmente uscita da un lungo letargo? Diceva Churcill che gli Inglesi avevano tanta fantasia da trasformare una bruciante sconfitta in una brillante vittoria. Ecco, appunto.