giovedì 28 aprile 2016

Tutti gli uomini del residente

Appare ormai chiaro che il problema della nostra classe politica non è solo di natura penale e morale ma appare legato a fattori ormai endemici e forse fatali, di cui cioè non vi è rimedio, almeno per i prossimi decenni. E' come il decorso di una atroce malattia che non lascia scampo, solo gli eredi, quelli che verranno dopo potranno sviluppare, forse, degli anticorpi adeguati, ma per adesso non c'è scampo. Incredibile il caso di quel comune in mano a delinquenti della peggior specie che non si preoccupano minimamente di chi andrà a governare il paese, non gliene importa niente, perchè sanno benissimo che con loro in mezzo le cose non cambieranno di una virgola neanche se fosse eletto un santo perchè il punto è proprio questo: non è più questione di persone giuste al posto giusto ma di territorio e di dominio del territorio. Se io comando ed ho in mano tuttle le leve economiche non ho la minima paura di chi diventa sindaco o fa l'assessore regionale, diventa un fattore secondario che non influisce minimamente sui miei comportamenti. Se non voglio il minimo scossone dò l'appoggio a tutti i candidati,di minoranza, di maggioranza, di centro,di lato, dell'alto e del basso e poi ad urne chiuse vado a riscuotere e pretendere obbedienza e rispetto dei patti e delle spartizioni. Se non ci si intende, nuove elezioni, ma questa opzione è sempre più rara perchè il feeling è quasi sempre immediato. Tutto ciò non assolve nessuno, ma indica un percorso forse irreversibile della politica sempre più a rimorchio e succube di poteri finanziari o addirittura malavitosi (in molti casi è difficile distiguere). Non è solo un problema nostro beninteso ma qui da noi è più chiaro che altrove. Probabilmente andrà sempre peggio. Rimedi? Pochi e ormai poco usuali come il ritorno alla rappresentanza diretta con comitati ed istituzioni che decidono sul campo con i cittadini sulle decisioni più importanti.

sabato 23 aprile 2016

CALCIO E' POTERE

Il calcio è diventato troppo importante per lasciarlo in mano ai calciatori, in verità da sempre è stato usato come arma di distrazione di massa ma mai come marchio di un ciclo economico, come rappresentazione visiva dell'era neo-liberista intesa nella sua filosofia d'impresa libera da vincoli e regole. Abbiamo avuto dei momenti vergognosi, la coppa del mondo del 34 e peggio quella del 78 dove il calcio era una variante in corso d'opera dei regimi imperanti e dove i relativi tornei sono stati pesantemente alterati per portare alla vittoria la squadra di casa con evidenti e macroscopiche latitanze degli organismi federali internazionali. Ma adesso si va oltre e la squadra diventa modello d'impresa "moderna" con modalità che ricalcano pari pari la nuova visione della società senza più intermediazioni e garanzie. Tutto deve essere efficienza e produttività, gol punizioni ed arbitri non devono interferire con i nuovo modelli da portare avanti, pena la perdita di efficienza dell'intero sistema. Non è un mistero la stretta vicinanza tra governance al potere ed il nuovo modello d'impresa targato Marchionne con tutto ciò che vi è di connesso ed annesso. Una supremazia totale ed assoluta in campo sportivo equivale quindi alla santificazione di un sistema che è vincente perchè è " moderno", al passo con il superamento dei vecchi vincoli di classe e di rapprti lavorativi, e se la cosa vi sembra azzardata, provate a risentire i commenti di tutti i media che non celebrano solo un evento sportivo ma tessono in continuazione le lodi di un nuovo sistema d'equipe e di una nuova operatività d'impresa. Provare per credere.

sabato 16 aprile 2016

Message in the bottle

Quale è il senso del messaggio politico da noi, e forse un pò dapperttutto, oggi? Finito il tempo dei grandi scontri, dei muri, qualè il significato della campagna elettorale? Come si definisce oggi uno schieramento rispetto ad un altro? Guardando il tutto con un occhio distaccato ci si accorge di un'evoluzione della narrazione e della fine dei confini, c'è solo una grande prateria, piatta, senza inizio e senza fine, dove l'orizzonte è lontano, ma non rappresenta l'obiettivo di nessuno, perchè tutto si gioca in pochi metri. C'è un messaggio che unisce tutti ed è la condivisione del presente, e quando si parla di tutti ci si riferisce a tutto lo schieramento, destra, centro, sinistra, lati, sopra e sotto. Aldilà di slogan di facciata nessuno mette in discussione il quadro, pone l'accento sul bisogno di uscire dalla cornice. Esempio, il più grande partito di opposizione si presenta con lo slogan "Onestà" che di per sè dovrebbe essere già implicito, definito, farne un punto di partenza e di arrivo vuol dire ridurre la politica ad un faccenda di  brava gente contrapposta ai cattivi. Forse un progetto politico di un certo spessore è qualcos'altro, è di più e guarda più in la, guarda al futuro con idee, passioni, sogni. Ridurre il tutto ad amministratori onesti è un passo in avanti, ma non basta, devono essere anche competenti ed affamati di futuro.Pur essendo elezioni locali non c'è mai nessun accenno a situazioni territoriali , tutto è indefinito e vago, salvo la conferma (implicita) totale ed assoluta dei processi e delle situazioni in atto, che non vanno discussi. Nel senso che meno se ne parla meglio è. E' un quadro abbastanza desolante che denota un appiattimento del dibattito o addirittura una sua rimozione con schieramenti e candidati intercambiabili, qualcuno nota delle differenze sostanziali nei programmi dei candidati di centro e di "centrosinistra" a Milano? Con tutta la buona volontà si fa fatica trovarle