venerdì 25 dicembre 2015

Il nuovo è sempre buono?

In uno dei furori giovanili il poeta Rimbaud esclamava che  "il faut etre absolument moderne" perchè anche un'anima inquieta come lui pensava che il futuro sarebbe stato migliore del presente. Ma poi le cose non sono andate proprio così e la connessione automatica modernità-scienza- progresso-benessere è andata via via sbiadendosi fino alla profonda incoerenza dei concetti espressi ed alla loro riconosciuta contraddizione palese e non più celabile. Progresso non vuol più dire benessere e superamento dei nostri bisogni, il nuovo non è più una certezza di felicità come per anni il positivismo e poi la società della tecnica ci avevano fatto credere, il nuovo può  diventare una gabbia da cui è difficile uscire, con bisogni sempre nuovi o con subdole falsifacizioni della percezione per cui tutto ciò che ci viene offerto è indispensabile o non rinviabile, pena, l'esclusione dal futuro. E tutto questo non riguardo solo merci, prodotti, servizi, ma anche i messaggi che la governance invia alla gente, l'ideologìa del "nuovo" si è impossessata dei media e la usa come un bastone. Quante volte abbiamo sentito "Noi siamo il nuovo e chiunque ci sbarra la strada è il vecchio"? Tante, troppe volte, ma perchè sono così sicuri di interpetrare il nostro futuro dal loro e solo dal loro punto di vista? Perchè quando parlano di "nuovo" si riferiscono al loro modo di vedere le cose che però viene fatto passare per l'unico possibile ed immaginabile. Il loro cavallo di Troia sono le sacre scritture, cioè tesi  indiscutibili ed oggettive, cioè valide per tutti, in qualsiasi periodo e luogo. Parlano di scienza ed economia come se fossero dei concetti monolitici, unici, quando invece sappiamo da quasi due secoli che non è così: ci sono Le scienze e le Economie in profonda contraddizione tra di loro. Ma questo non bisogna farlo sapere troppo in giro sennò come si fa ad andare in televisione e dire" il cambiamento siamo noi"?

mercoledì 23 dicembre 2015

Informazione e sedia

Ci sono momenti in cui è bello aprire un libro e cominciare a leggere. Anche senza una scelta precisa, magari il primo che ci viene sottomano, sui vasi attici, sulla vita degli insetti o sulle correnti ascensionali. Evitando così, in modo accurato giornali ed altri liquami simili. Può essere e probabilmente è una scelta obbligata, di ripiego, ma salutare. Il livello infimo dei nostri grandi fogli nazionali induce alla cultura, spinge alla lettura di altro, di qualsiasi altra cosa che ci allontani dal ciarpame degli editorialisti di turno, dalle notizie pulite lavate sciacquate rifilate nelle prime pagine. Possiamo salvare qualcosa? Le pagine meteo, interessanti e complete. Altrove è così? Si, ma come al solito quando facciamo le cose le facciamo alla grande, per esempio nei giornali esteri non metterebbero mai tutti ma proprio tutti in bella evidenza, la stessa foto del gattino parlante o della coppia del momento che fa shopping. Cambierebbero almeno la foto. Questo per dire del contorno, il piatto principale poi è assolutamente vergognoso, un pastone indigesto in cui praticamente passa un unico comunicato stampa, con variazioni minime. Questo è giornalismo? Questi sono giornalisti? Avanti di questo passo dovremmo farci un elenco, una lista dei libri da leggere nel tempo lasciatoci libero dalla mancata lettura dei quotidiani. Avanti così, e quasi quasi ci facciamo una cultura

mercoledì 16 dicembre 2015

La legge del mercato

C'è ancora nelle sale cinematografiche un bellissimo film francese che parla di noi, di ciò che siamo diventati. In sostanza un buon padre di famiglia in età ormai molto matura, si ritrova senza lavoro e con un fututro nerissimo per sè e le persone che gli sono vicine, così, in una tale situazione, accetta quello che gli offrono e cioè un posto di addetto alla sorveglianza in un centro commerciale. Non è nelle condizioni di poter rifiutare perchè sa di non avere altre possibilità, è l'ultima occasione di poter rientrare in gioco ma da subito capisce che non è stata un'opera di carità perchè quello che gli si richiede è tanto, troppo per qualsiasi persona dotata di un minimo di umanità. Gli sfilano davanti persone piccole e miserabili, ultimi degli ultimi che deve denunciare alla direzione, ma non è finita, perchè poi si passa ai dipendenti che devono essere licenziati, lui deve trovare il motivo e la giustificazione: miseri furti di buoni premio o punti qualità ma puniti con l'allontanamento dal lavoro. In quel momento capisce che ciò che si vuole veramente da lui è l'annullamento della sua coscienza, che diventa proprietà dell'azienda che gli dà il lavoro.Proprio in questi giorni, le cronache ci offrono di peggio, roba quasi da non credere possibile in esseri umani. Quando una banca sta per fallire si attivano dei meccanismi quasi automatici: silenzio dei media e pulizia delle feci di bilancio che vengono rivendute a clienti ignari. E qui scatta l'infame corsa al correntista, tenera carne da sbranare. Gl'impiegati non hanno scelta, devono liberarsi del maggior numero di prodotti a rischio ed al più presto, in cambio ne hanno dei vantaggi economici ed eventuali promozioni, ma in caso di rifiuto o di scarso rendimento, c'è il licenziamento. Quando arrivano gl'ispettori e fanno notere anomalie nelle procedure, questa brava gente, riconvoca gli stessi ignari correntisti e gli fa firmare, in mezzo ad altri mille fogli inutili, il modulo in cui viene evidenziato l'alto rischio dell'operazione, così tutto è nella norma e nessuno pagherà o proverà mai il minimo senso di vergogna

martedì 8 dicembre 2015

la politica del (che) fare

Un altro tassello si aggiuge al quadro di priorità , generate dalle necessità della storia. Anche in Francia, dopo Germania, Italia, Grecia, Paesi del nord e Spagna si ipotizza una coalizione di salvezza nazionale con socialisti e repubblicani uniti. A questo punto, c'è veramente da chiedersi, ma perchè chiamare milioni di persone al voto quando poi non c'è alternativa? Non c'è scelta, perchè il prodotto è unico? Si criticavano i supermercati della vecchia Unione Sovietica perchè lì comperavi solo quello che c'era, cioè quasi niente, scaffali vuoti e merce scadente ma noi stiamo facendo di peggio e non con i formaggini od il puliscitutto, ma con la politica, svuotandola e rendendola praticamente inutile. Qualcuno aveva ipotizzato questa svolta autoritaria a livello continentale ma non era stato preso molto sul serio, in effetti il guscio , per adesso è rimasto con le elezioni, i rappresentanti, le istituzioni ma dentro non c'è rimasto niente, è vuoto ed inutile. E' lecito chiedersi se non siamo giunti al capolinea, dopo più di 200 anni il modello rappresentativo mostra la corda e se ci sono stati momenti in cui ha funzionato più che egregiamente, adesso è  come se fosse andato in tilt perchè è facilissimo per chi ha accesso ai livelli alti della governance, creare, letteralmente dal niente, una classe dirigente, eletta, che senza grosse differenze tra maggioranza e minoranza, esegua i suoi ordini, uno per uno, senza dimenticarne nessuno, ed in pochissimo tempo. Dei robottini obbedienti pronti ad essere rottamati al minimo dubbio di  di autonomia. Uno studioso ha pensato che la cosa migliore sarebbe sorteggiare i futuri politici. Se ci pensiamo bene, non è un'idea tanto malvagia.

sabato 28 novembre 2015

conseguenze (il)logiche

Abbiamo avuto in passato molti ma molti momenti tragici simili a questo: Parigi 1995, Londra, Madrid. allora però nessuno si sognò di pronunciare la chiamata alle armi, di far partire gli aerei, cominciare a bombardare alla cieca e cercare una coalizione per un conflitto in piena regola. Chiediamoci, qual'è la sequenza logica che porta oggi, partendo da fatti tragici e terribili come quelli parigini, alla proclamazione di una vera e propria guerra, ebbene, la cosa incredibile è che non c'è NESSUNA connessione causale, malgrado tutti nostri sforzi di fantasia, non riusciamo a trovare alcuna motivazione plausibile. E' un abilissimo salto conseguenziale, preparato, diretto nei minimi particolari, ma totalmente immotivato: Quale collegamento può esistere tra il sangue versato e l'attacco alla Siria? Ma perchè lì, dicono c'è la base operativa, l'intelligence che ha scatenato tutto, lì c'è il diavolo. Tesi ridicole e già sentite ma chiaramente pretestuose: Il governo Siriano ha partecipato all'attacco? No, sono stati i "ribelli" che hanno creato lì una loro entità dicono e che ci vogliono male, allora  se le cose stanno così, si fa saltare in aria la casa perchè dentro ci sono dei topi? Non è molto razionale. Diamo per buoni i presupposti iniziali e bombardiamo, ma la domanda sorge spontanea: chi e che cosa? Non c'è un nemico preciso, al massimo ci sono delle bande di tagliagole armate fino ai denti e che agiscono secondo i propri interessi ed alleanze che mutano di giorno in giorno. Bande che oltretutto dopo i massicci raid russi si stanno sciogliendo come la neve e stanno smobilitando. Allora contro chi andiamo? quali sono gli obiettivi? Non è molto chiaro. o forse si.

martedì 24 novembre 2015

TG Fantasy

Ci rendiamo conto ogni giorno di più che è sempre più difficile capire, distinguere, sommare e dare un giudizio di ciò che sta accadendo fidandoci solo di ciò che sentiamo e vediamo nei giornali e nei notiziari "ufficiali", di più, senza tanto nasconderlo, ci dicono chiaramente che d'ora in avanti sapremo ancora meno perchè siamo o stiamo per entrare in momenti difficili, momenti in cui la verità è inopportuna. Così piano piano gli avvenimenti passati da pochi giorni vengono ridefiniti in un quadro di compatibilità del tutto, ma non è un'impresa semplice Vorremmo qui elencare tutte le incongruenze, le assurdità della narrazione ufficiale ma sarebbe meglio che ciascuno si facesse un ordine proprio, cercasse delle logiche secondo ciò che percepisce e non secondo ciò che gl'impongono. Piccolo appunto. Quasi niente avviene con una linea continua e secondo le nostre aspettative, buone o cattive, ottimistiche o pessimistiche, solidali o distruttive. C'è sempre qualcosa fuori posto, un particolare che non s'adatta alla cornice, ma qui no, giorno dopo giorno il tutto, benchè incoerente e parcellizzato, è in linea con le aspettative iniziali, cioè tutto ciò che viene aggiunto, ridisegnato o ridefinito è perfettamente integrato nella logica di partenza, nell'interpretazione originale. Se l'assassino è il maggiordomo perchè complicarci la vita con altre supposizioni? Molti di noi per non dire la stragrande maggioranza, hanno un rispetto assoluto per cio che che vedono, sentono e leggono. Forse sarebbe ora di ricominciare a dare il giusto valore alle cose, anche all'informazione, e non accettare tutto a scatola chiusa solo perchè l'ha detto il Tg.

domenica 22 novembre 2015

Dopo

Passato il momento atroce del sangue e del terrore con i corpi ricomposti per l'estremo viaggio, è il momento delle domande. Quanti erano i criminali a Saint denis? due, tre , quattro o di più? Chi ha dato l'ordine d'intervenire? Come si sono svolti i fatti? Perchè non ci sono filmati, se non alcuni assolutamente insignificanti? Quanto tempo è durata l'operazione? Perchè nessuno è stato catturato vivo? Come è morta la donna? Dopo giorni e giorni di strilli mediatici sulla sua immolazione, ci vengono a dire che forse no, le cose non sono andate come si era creduto in un primo momento. Man mano che passa il tempo gli avvenimenti vengono adeguati alle interpretazioni, si ha quasi la sensazione che si stia avverando quel mito degli anni sessanta che predicava la fantasia al potere, ma forse qui se ne sta usando troppa. Basterebbe solo un pò di chiarezza ed un pò di precisione per farci capire meglio quello che è successo o dobbiamo sopportare a scatola chiusa, senza porre domande, ore ed ore di tg in cui non viene detto assolutamente niente, salvo una inondazione micidiale di retorica condita con l'invito non tanto celato di prepararci alla guerra? Contro chi? Dove? Se la nuova guerra è asimmetrica e non ha un preciso campo di battaglia, perchè dovremmo andare proprio lì, dove dicono loro, in quello spazio geografico delimitato, a combatterla? Chi ha scelto la location? In base a quali supposizioni?

mercoledì 18 novembre 2015

2001 e passa part 2

Una grande conquista culturale dei nostri anni è stata la consapevolezza che la verità non è un approdo sicuro, fisso ed immutabile, ma un cammino verso l'incognito perchè man mano che ci avviciniamo ad essa cambia aspetto, si nasconde. Tutto ciò significa verifica continua dei dati sensibili secondo il nostro modo di porci ad essi, ma come ci dobbiamo comportare con  la dura massa di realtà che ci viene imposta dagli avvenimenti, dai media e dalla "Storia"? E' così dice il filosofo e non ci possimo fare niente, dobbiamo accettare tutto ciò che ci viene dall'esterno perchè lì e solo lì c'è la verità: nei fatti ed in tutto ciò che ci circonda, noi possimo solo prenderne atto. Il filosofo ci dice così che duecento anni di storia del pensiero si possono benissimo buttare nell'immondizia, stavamo solo scherzando, ci dice tra le righe, perchè nessuno si può e si deve illudere di potere avere una visione delle cose diversa dal sentire comune,nessuno si deve illudere di poter incidere sulla realtà che invece se ne va per conto suo, indifferente ai nostri sforzi,ai nostri desideri ed ai nostri bisogni. Secondo questa visione delle cose a questo punto dei fatti, bisogna accettare che la realtà entri nelle nostre vite, che le cambi in maniera irreversibile e forse, definitiva, perchè così vuole la "Storia" Ragionando alla vecchia maniera e non come vuole il nuovo pensatore ci chiederemmo: Da dove arriva questa massa di dati esterni? Che rapporto ha con la mia coscienza, con il mio modo di vedere le cose? Coincidono? C'è una sola realtà unica, irreversibile e data una volta per sempre, rocciosa ed indiscutibile? Forse il vostro modo di vedere il futuro è un pò diverso dal mio e non è detto che sia migliore

martedì 17 novembre 2015

2001 e passa

Il dopo ricorda in maniera impressionante il 2001, uno degli anni più tragici della nostra storia. Da lì inizia quella politica dell'armiamoci e bombardiamo che ancor oggi fa scuola ed è necessario (per loro) portare avanti a tutti i costi. I gesti e le parole sono importanti, il presidente a cui viene comunicato l'accaduto non ricorda il Buschino alle prese con la lettura di un brano sulle caprette in una scuola elementare? l'atteggiamento guerresco, la promessa di modificare la costituzione, lo stato di emergenza, la coalizione contro il male, la chiamata alle armi non ricorda il dopo 2001? Troppe coincidenze non fanno una prova ma forse ci invitano a tenere alta l'attenzione. Del resto una prova schiacciante, di quelle che non lasciano dubbi è il passaporto siriano trovato nel luogo degli orrori, ergo, è li che, secondo loro, bisogna intervenire senza indugi ed incertezze. La cosa ha una sua logica: se fai una guerra devi trovare qualcuno da bombardare e poi magari andare a dire che è stato lui e che si merita tutto il male possibile. Dopo, con molta calma, eventualmente lasciando passare decine di anni, puoi sempre scusarti.

venerdì 13 novembre 2015

Signori

Cosa sta succedendo in buona parte del nostro paese? la vicenda del governatore di non cristallina immagine ma stabile (ed intoccabile) ci dice forse che ci avviamo a diventare come alcune ex repubbliche sovietiche? La Bielorussia è più vicina di quando pensiamo? Attenendoci ai fatti e solo a quelli abbiamo ormai regioni in mano a personaggi che sono capaci di attivare milioni di voti che però usano questa attitudine come un'arma contro il governo centrale: Qui ci sono io, il resto è solo contorno e nessuno si permetta di mettersi contro di me altrimenti questi voti cambiano colore in men che non si dica. Tutto questo avviene in importantissime regioni del nord ed in altrettanto strategiche regioni del sud con la sudditanza totale del potere centrale che sa di non poter fare quasi niente per ricondurre il tutto ad una situazione di  "normalità", infatti il rischio è di perdere il controllo di quei territori e dei loro voti. Non è una bella situazione e non lascia spazio a previsioni ottimistiche

martedì 3 novembre 2015

A volte ritornano (?)

Cerco di capire cosa provavano i nostri nonni ed i nostri padri a vivere in un paese cui c'era chi pensava e dettava regole e leggi per tutti quanti in modo abbastanza sbrigativo. Servizio nella maggior parte dei casi non richiesto ma nonostante tutto elogiato da quella parte che ne traeva benefici e carriere. Sappiamo come è finita, ma con le dovute cautele e distinguo, si ha l'impressione che questo nostro paese senta ogni tanto la necessità, il bisogno irrefrenabile di farsi governare da persone ignoranti e zoticone, che deridono gli avversari, le istituzioni e sopratutto si creano in brevissimo tempo una corte di servi pronti a tutto pur di difendere la propria ciotola giornaliera, boiardi piazzati nei posti chiave e media compicenti, per non dire di peggio. Se dovessi fare oggi il giornalista dovrei avere ben presenti delle regole, semplici ma inderogabili: Mai parlare male del Capo, meglio molto meglio una leccatina al giorno
Non parlare mai di ciò che fanno gli altri
Se proprio devi parlarne, attieniti alle disposizioni e parlane male
Elogia tutto ciò che può mettere in buona luce il Capo.
Elimina tutto il resto
Elenca giornalmente un decalogo di valori, comportamenti ed iniziative che diano luce al nuovo corso
Demonizza e distruggi tutto ciò che non è utile a questo scopo
Usa in maniera massiccia i termini "nuovo" e "cambiamento"

sabato 17 ottobre 2015

Medici in prima linea

Come sta cambiando la professione del medico in un mondo in cui il corpo non è più un bene individuale ma una merce soggetta alle quotazioni del mercato? Una volta tutto quello che si chiedeva era la guarigione ed il benessere fisico dei pazienti,non sempre ci riuscivano ma lo scopo era chiaro, ma adesso? Un bravo medico deve tenere legati i clienti alle loro patologie, meglio molto meglio se immaginarie, solo così è garantito quello che si chiama progresso. Un mondo dove tutti stanno bene o hanno bisogno di cure in modo sporadico, non va bene, quindi ogni paziente deve essere tutelato nella sua convinzione, che deve diventare necessità, di essere malato, più ci crede e meglio è. Ma a questa deriva produttivistica ne sta seguendo un'altra, ancora peggiore, quella in cui per ognuno di noi c'è già un piano quinquennale d'investimento da cui non si può derogare,  e tanto meno il medico può opporsi. Due notizie su questo ritorno all'ordine (professionale). la prima dice che il medico è passibile di ammenda e punizione se eccede in prescrizioni di laboratorio, la seconda che non può "dissuadere" dal somministrare vaccini, pena la radiazione dall'albo; chi stabilisce quando sta esercitando una dissuasione? Ci sarà un comitato che vaglierà i casi uno per uno? Il medico sta diventando una specie di controllore che vigila sui nostri comportamenti sanitari? Due più due non fa mai necessariamente quattro ma qualcosa non torna se le "esigenze" della scienza diventano superiori al diritto individuale di scegliere la propria cura

domenica 11 ottobre 2015

Disco rotto

Anni fa, tanti anni fa, c'era un personaggio uguale in tutte le assemblee che ripeteva  incessantemente che la colpa di tutto era della manipolazione  operata da un "sistema" cattivo e degenerato, Era perfettamente inutile chiedere di più, era così e basta. Cambiano i tempi, gli anni passano ma questo personaggio non è morto, anzi è diventato importante, fa l'assessore o scrive editoriali, insomma ha fatto carriera. Come risposta alle tremenda crisi  romana, con la capitale in mano a pochi potentati economico-mafiosi, il nostro risponde che la colpa è del sistema che non accetta le riforme ed i cambiamenti necessari  che invece contrasta con tutte le sue forze. Immaginiamo questo assessore a tavola con la famiglia e con il pane del giorno prima perchè il panettiere era chiuso. No, dirà lui, il panettiere non c'entra niente è il sistema che non accetta le riforme, e questi sono i risultati. Ma le brutte notizie non sono finite perchè l'avvertono che il gatto ha vomitato e non sta per niente bene. Dopo un attimo di pausa si rivolge con il dito puntato alla moglie, -e secondo te, perchè non sta bene? - Avrà mangiato qualcosa d'inopportuno,- no, no,non hai capito niente,  è  perchè qualcuno non vuole adeguarsi ai tempi e non accetta le riforme, ecco il motivo. Dopo un pò si adeguarono ed ogni comunicazione era preceduta dalla frase: Nonostante si chiedano le riforme...

mercoledì 30 settembre 2015

Norme con Stralcio

Un comune alle porte di Bologna ha deciso di voltare pagina e di dire no al mega progetto residenziale e commerciale progettato in precedenza. I nuovi amministratori hanno deciso che non se ne fa niente. Lasciamo perdere definizioni ed aggettivi ed andiamo al succo della questione. Le ditte interessate non ci stanno e vogliono dal comune danni e risarcimenti di molto superiori al bilancio dello stesso, per spese progettuali, acquisto terreni e mancati profitti dalle vendite del costruito. Appare chiaro, lampante quali sono i rapporti di forza oggi, un comune deve stare molto attento alle sue delibere ed alle sue prerogative perchè rischia il collasso economico, qui siamo di fronte ad una carica elettiva che però viene limitatata da soggetti privati nelle sue decisioni urbanistiche e di assetto del territorio. La vicenda sembra dirci che un ente locale può interessarsi delle sagre paesane, delle tasse da riscuotere, delle buche da coprire ma mai e poi mai deve mettere il naso su edilizia e nuovi insediamenti perchè lì si rischia come amano ripetere questi signori di "bloccare il processo economico e lo sviluppo". Niente è definitivo ed immutabile, ma molti segnali ci dicono che forse la democrazia rappresentativa, anche se non è morta, sicuramente non sta molto bene, come direbbe il buon woody Allen

mercoledì 23 settembre 2015

La terra dei cuochi

Il sociologo Bauman, l'inventore della società liquida, ci avverte che è in corso una pericolosa dissociazione tra l'uomo che vive la realtà di tutti i giorni tra gli uomini e quello virtuale ipercollegato con il mondo della rete. Il primo ha delle regole dei limiti in cui bene o male sta dentro, il secondo è onnipotente, libero e senza limiti. Almeno questa la sua tesi. Ma questa famosa rete rende veramente liberi? Chi la utilizza crede veramente in questa missione salvifica? E poi leopardianamente, il web rende quel che promette? Ci sono ancora delle nicchie dove ognuno va a cercare e può prendersi ciò che per lungo tempo non ha avuto il tempo o la possibilità di comprendere ed imparare, si possono parlare lingue, seguire corsi, imparare a scrivere e suonare musica, si può capire la quantistica ed i minima moralia, rileggere testi imposti negli anni scolastici e mai digeriti, imparare a cucinare, seguire la vita degli insetti, quindi una gamma di opportunità mai posseduta dagli uomini, e tutto questo stando tranquillamente seduti, possibilmente a casa. Ma c'è tutta una parte del Web ormai persa, probabilmente per sempre, ed è guarda caso, quella più ricercata, la più cliccata: i social. Quando mi collego chi e perche mi crea l'home-page, cioè i post che visualizzo al momento? Chi mi indirizza verso alcuni e ne scarta altri? Evidentemente posso mirare la ricerca, evidentemente tra miliardi di pagina qualcuna mi deve essere visualizzata il punto non è questo, ma chi decide ciò che mi interessa? Ecco, questa è la domanda inquietante che dovremmo porci, siamo veramente liberi quando navighiamo tra i social o è solo una nostra supposizione? Ci può essere una manipolazione delle nostre attitudini e preferenze? Cioè in parole poverissime possono essere indirizzate verso esiti precostituiti? Siamo noi che ci creiamo delle preferenze o ci sono imposte?

domenica 13 settembre 2015

lavorare sbanca

Domenica al supermercato, ormai è un'abitudine consolidata e che oltre tutto lascia molte soddisfazioni, per esempio capire, vedere quello che al venerdì o al lunedì non si nota. Fila lunghissima ma nessuno si lamenta o da segni d'insofferenza, ognuno di noi sa che tutto ciò è una conseguenza di quella che ci viene presentata come modernità. Alle casse ci sono ragazze che non hanno mai fatto quel lavoro ed a cui nessuno ha spiegato ed insegnato come fare, loro quindi ci vanno piano e cercano di non sbagliare per non dover rimetterci di tasca loro. Meglio questo che niente. Ormai è un mantra che da tutti i giornali, tutti i media ci viene ripetuto incessantemente, ma è veramente così? Una volta c'erano i contratti nazionali che imponevano certe regole minime: un lavoratore va mandato alla sua postazione preparato e se non lo è ancora ci vuole qualcuno che lo affianchi finchè non ha acquisito la piena padronanza della mansione. Dov'è la modernità nel mandare allo sbaraglio un lavoratore? Dov'è la convenienza per l'impresa e per l'utenza? Quelli che continuano a ripeterci come pappagalli ammaestrati " meglio questo che niente" ce lo dovrebbero spiegare

venerdì 4 settembre 2015

Destabilizzazione in corso d'opera

Da dove arrivano queste ondate umane che attraversano il vecchio continente? Analizzare i fatti, confrontarli, e possibilmente trarre delle conclusioni, per la "narrazione" in corso, pensiero unico che si fa carico sia delle domande che dellle risposte,per loro vuol dire solamente avere una mentalità sempre rivolta al sospetto e mai alla realtà. Erano secoli che non si vedeva una marea di disperati attraversare tutta l'Europa orientale e centrale, dalla Grecia alla Gemania, non uno due, gruppetti, ma un esercito, compatto e determinato nello scopo di attraversare frontiere e muri. Si può dire che gli organismi comunitari sono stati presi alla sprovvista, che non eravamo pronti, ma non regge. Qui salta agli occhi un processo di destabilizzazzione in corso da anni e che adesso sta dando i suoi frutti. Tutto il mediterraneo, tutto il medio oriente è stato dissodato, smembrato ed i precari equilibri che c'erano, dissolti. Se la cosa è stata fatta in buona fede, ci troviamo di fronte ad una serie di imbecillità impressionanti, ma per fortuna come diceva il buon Shakespeare, c'è della logica in quella follia. Quando si vuol fare qualcosa di grosso per prima cosa bisogna radere al suolo tutto quello che c'era prima. Che cosa hanno in mente? Che futuro ci preparano?

giovedì 3 settembre 2015

Rinviati di guerra

C'erano, tanti anni fa, gl'inviati di guerra che fotografavano, mandavano immagini, scrivevano,spesso non erano il massimo dell'obiettività, ma il loro lavoro era utile perchè oltre che cronaca fornivano materiale alla storia. Da un pò di guerre in poi sono spariti, non ci sono più immagini, non c'è più giornalismo ma agenzie di propaganda. Dove sono le immagini della guerra in Siria? Dove sono le immagini di questo esercito in movimento che, come ci ripetono ossessivamente, "sta conquistando il mondo"? Dove sono le immagini degli altri fronti caldi? C'è solo qualche foto sbiadita o le riprese di uno o dell'altro fronte, anche in fatti che colpiscono l'immaginario non abbiamo NESSUNA documentazione, solo i resoconti ufficiali, si dirà, umana pietà che ci risparmia visioni inguardabili, può essere, e forse sarebbe giusto così. Ma poi filtrano altre cose ed il dubbio sparisce, per esempio i migranti sotto i Tir attaccati alle ruote di scorta o quello ripreso dentro il motore di una macchina ci fanno capire che forse non tutto è così limpido come sembra. Perchè alcune immagini si ed altre no? chi decide? Perché? L'esercito di disperati che dalla Grecia ha attraversato tutta l'Europa orientale diretto in Germania è stato ipervisualizzato in ogni tappa ed in ogno passaggio, ma prima, mentre erano in arrivo, a nessuno importava niente di questa gente, solo carne da macello, e dopo,solo dopo, sono spuntate per miracolo le telecamere ed i telegiornali.

giovedì 27 agosto 2015

Ufficiale e gentiluomo (?)

Oggi nelle pagine locali di "Repubblica" interessantissimo articolo-intervista ad un ufficiale giudiziario, lavoro duro ed ingrato, uno di quelli che la gente comune evita equiparandolo al becchino, al boia, tanto odio e pochissime soddisfazioni. Ma il nostro ha le idee chiare, non cerca di suscitare simpatia, comprensione, non cerca di giustificarsi, i suoi clienti lo definiscono il becchino dei vivi ma lui ha imparato che poi le cose non sono mai come ce le immaginiamo, a volte sono molto più brutte e così, sfratto dopo sfratto acquisisce quella consapevolezza di sè che lo porta a fare sempre meglio il suo lavoro. Il punto è proprio questo cosa spinge tanta gente a continuare attività che gli altri ritengono degne solo di ribrezzo? Probabilmente finiscono per amare proprio quello che gli altri rifiutano, la parte peggiore. Un boia non dimenticherà mai l'ultimo sguardo del condannato e da quello ne trarrà forza come uno sciamano, sensazioni negate alla gente comune ed a chi ha una visione consueta della vita e della morte. Il nostro personaggio in questione sa ed ammette che quando entra nelle case di gente che deve buttare fuori lo fa sapendo che potrebbe non uscirne vivo, un pò come il mercenario su  un campo minato, ma quella sensazione di essere al limite tra ciò che sa e ciò che può succedere è quella che lo attira di più, che gli dà la giusta motivazione. Non c'è nessuno che può consigliare, dare le indicazioni giuste, è solo l'istinto che può salvarlo, annusando l'aria, guardando le persone e cercando di capire subito, lui dice trenta secondi massimo, ciò che vogliono fare di te. L'orrore, l'orrore, diceva il colonnello Kurtz. Orrore di cui non sapeva più fare a meno

martedì 25 agosto 2015

La Cina è piccina?

Dopo l'ennesimo crollo delle borse i giornali cercano di capire dove e come e perchè, è il loro mestiere ed è giusto che lo facciano,ma i risultati e le analisi, ahimè sono perlomeno deludenti, per usare un eufemismo. Un giornale, diventato ormai il campione della purezza neoliberista arriva ad affermare che tutto è successo perchè..... non hanno fatto le riforme.Tesi Ridicola e meschina, ma tralasciamo il punto di vista strettamente economico e tecnico e puntiamo l'attenzione su quello mediatico, al messaggio che ne viene fuori. C'era chi diceva, un pò di tempo fa, che la guerra era troppo importante per lasciarla fare ai militari, lo stesso si potrebbe dire per l'economia. Grafici, tabelle e quotazioni devono essere visti come segni che definiscono qualcosa che va oltre i numeri, qui c'è di mezzo la governance mondiale altro che la quotazione dello yuan o le semplici oscillazioni delle borse. Allora, quello che esce fuori dai commenti è che ci troviamo davanti ai classici buoi scappati dalla stalla, cioè che la dirigenza cinese si trovi impreparata di fronte a processi che le sono sfuggiti di mano. Quasi che non si trattasse della Cina ma dell'Ecuador o Panama, evidentemente pure loro possono prendere delle cantonate, sbagliare metodi ed analisi, ma in 6.000 anni di storia è successo poche volte; generalmente, quasi sempre hanno fatto la cosa giusta che c'era da fare al momento giusto, nè prima, nè dopo. Chi ci dice che non lo stiano facendo anche questa volta?

lunedì 24 agosto 2015

Scuola e podere

Ci sono stati anni, non molto lontani, in cui il nostro livello di alfabetizzazione era arrivato al 98%. Anni terribili dove anche l'operaio voleva il figio dottore, anni in cui l'istruzione era il grimaldello per scardinare secolari secolari blocchi sociali, dove vecchie stratificazioni incartapecorite dagli anni stavano per saltare, ma per fortuna (loro), un periodo così era estremamente pericoloso e  infatti, non è durato molto.Così bravi esperti di Marketing ci delucidano sulle professioni più remunerative e su quelle che non danno prospettive,quelle che fanno fare soldi a palate e quelle che danno la fame, nelle prime ci sono le materie scientifiche e nelle seconde le umanistiche.Sembrerebbe un discorso chiaro, razionale, ma nasconde un verme, grosso e puzzolente perchè le cose sono un pò più complicate e perverse. Oggi chi si può permettere un figlio ingegnere, o fisico nucleare? Di sicuro non i ceti bassi e medi, non tanto e non solo per gli altissimi costi dell'apprendimento e dei relativi corsi ma per gli sbocchi, infatti la filastrocca che da lì si trova lavoro subito e ben remunerato è una grossissima sciocchezza per la presenza del numero chiuso sia nelle iscrizioni che nelle professioni, una specie di cancello chiuso a doppia mandata, ammesso che ti laurei e che superi il primo blocco c'è il secondo che ti vieta di esercitare autonomamente la professione a meno che... accetti di diventare un operaio cognitivo alle dipendenze di altri, senza diritti e con una remunerazione da fame. E sarebbero questi gli sbocchi sicuri? Perchè danno delle indicazioni sbagliate? Se scelgo una corso di studi umanistici, evito, anche se non del tuttto, cancelli e numeri chiusi e posso fare mille cose che studi settoriali e specialistici mi impedirebbero. Se conosco il greco antico o il latino ho quel qualcosa in più che lo specialista dell'alluce non avrà mai: la capacità di capire gli altri ed inventarmi il futuro.

mercoledì 19 agosto 2015

Reprimere e separare

Quale è il limite tra la giustizia e l'arbitrìo? Quali sono i diritti fondamentali di una persona? Si può separare una madre da un figlio solo perchè questa è in galera colpevole di gravi reati? Il diritto alla persona, al rispetto del suo corpo e dei suoi diritti inalienabili ha quasi mille anni, vietare ad una neomamma di allattare il proprio bimbo in nome dell'interesse del piccolo e stridente con qualsiasi logica non solo affettiva ma anche formale.Se c'è una pericolosità sociale dei genitori perchè il bimbo non viene affidato ai nonni? Vorremmo che tutte questi interrogativi fossero contingenti e legati al singolo caso ed al singolo modo di affrontare la questione e non il nuovo  modello di "rieducazione" in corso

sabato 15 agosto 2015

Mediterraneo e dintorni

Cosa sta succedendo vicino a noi? Ricapitoliamo, circa vent'anni fa ci fu il primo assalto alla stabiltà europea con la guerra e lo smembramento dei balcani. Per qualcuno che non se lo ricorda,o fa finta, tutto iniziò con lo sciagurato riconoscimento della Slovenia da parte di importanti paesi del nord europa, poi la guerra ed i bombardamenti umanitari. Risultato: adesso lì c'è una polveriera pronta a riesplodere quando meno te lo aspetti. Mediterraneo, uno alla volta sono stati smantellati tutti i regimi odiosi che vi albergavano; ottima cosa se non avesse lasciato un vuoto pauroso riempito o dai militari, Egitto, o dal caos assoluto, Libia. Altre nazioni sono pronte alla cura: Tunisia, Marocco, Algeria, sono avvisate a suon di bombe, l'ora della ricreazione è finita, e pure loro, nazioni solide mostrano preoccupanti segni di cedimento strutturale. Stesso  percorso per la Turchia. Se poi andiamo un pò più in giù il dissolvimento di qualsiasi equilibrio è palese, hanno distrutto l'Iraq, la Siria, puntano alla Giordania e tengono d'occhio  quel gigante ancora relativamente solido che è l'Iran, troppo solido per l'andazzo in corso. Uno più uno può fare due senza per questo arrivare a conclusioni univoche, ma l'impressione che se ne ricava è di un gioco sottile ed ininterrotto ad alimentare la paura ed il vuoto. Lasciamo agli analisti ed agli strateghi il compito di spiegare perchè ciò sia avvenuto ed avvenga con la complicità o peggio la partecipazione attiva delle potenze occidentali

venerdì 14 agosto 2015

Spolpa Italia

Quali sono le linee guida della governance attuale sul territorio? Lo slogan potrebbe essere facciamo, costruiamo anche e sopratutto dove non c'è bisogno. Se poi l'intervento è anche dannoso, pazienza, nessuno è perfetto. Non si parte più dal progetto, dall'utilità pratica del manufatto, dagli utenti che dovrebbe raggiungere, dalle necessità che dovrebbe soddisfare, ma direttamente dai costi, quindi si elencano le società interessate e solo a questo punto punto prende corpo (l'eventuale) progetto e la sua ubicazione. Una società di calcio vuole uno stadio? Non si sa dove, quando ma già è pronto tutto l'organigramma di aziende interessate e con le idee molto chiare sui tempi e sui costi, loro le chiamano sinergie, noi condivisione dei beni (nostri) beninteso. Sevono 50 impianti per la spremitura della neve tra Palermo e Latina, costo delle opere due miliardi, ottimo, e se non c'è abbastanza neve possiamo farcela mandare dalla Siberia, così facciamo vedere che non siamo provinciali ed abbiamo una visione moderna delle cose.

venerdì 7 agosto 2015

Verità (?)

C'è stato un periodo in cui la gente non cercava la salvezza, non cercava la verità, ma si affidava al destino, riconosciuto come unico sovrano. Può sembrare un posizione retrograda, degna degli albori della civiltà ma forse non del tutto ingiustificata. Col tempo si è scoperto che forse quei nostri progenitori non erano del tutto privi di senno, per l'esattezza ciò è avvenuto quanto si è preso atto che l'essere non è ma diviene in un processo continua senza inizio e senza fine e dove non ci sono certezze, verità fisse, dove ciò che è viene continuamente nascosto e celato tale che alla fine è difficile, quasi impossibile, distinguerlo dal non essere, da ciò che non è. Grazie a questa consapevolezza, è nata la scienza moderna, figlia dell'incertezza e delle probabilità e non più delle verità assolute, che forse ci sono forse no, ma in ogni caso non hanno una grande importanza ai fini del raggiungimento dello scopo prefissato o dell'utilità pratica del concetto: se ci sono più possibilità che funzioni che importanza può avere la codificazione di una regola unica che certifichi tale evento? Ma forse, forse, questo mondo così fluido e senza dogmi comincia ad essere pericoloso e l'impressione che se ne ricava, è che sia partito il contrattacco. Ma diciamocelo francamente: cosa ce ne facciamo, cosa ce ne faremmo di un ritorno di fiamma del finale già scritto? Quello in cui si dice che c'è la verità unica ed indiscutibile? Della firma tracciata nel tutto? Niente, ma forse stiamo tornando ad un mondo in cui l'utile ed il possibile devono passare l'esame del certo.

mercoledì 5 agosto 2015

Silent movie

Capita sempre più spesso di vedere film da altri pianeti, naturalmente ci dicono che non ci sono altri pianeti e che ci dobbiamo accontentare di questo dove poggiamo i piedi. Già sentita, ma per fortuna non mi convince, perchè sono sicuro, ne sono certo,che c'è vita oltre le Major. Mentre assistiamo alla lenta decomposizione di autori che abbiamo amato ed i giornali ci rassicurano che quella in uscita è la loro migliore opera pensiamo che bisognerebbe impedire, anche con la forza, a costoro di continuare nello scempio della loro immagine, uno su tutti, il buon Woody; basta, ti scongiuriamo, attacca la cinepresa al chiodo e goditi la vita. Da noi  c'è la specialità dei "maestri" di stato, gente di cui è impossibile parlar male ma di cui ormai, è quasi impossibile vedere un film fino alla fine senza morire di noia, anche qui, un appello: ma non avete di meglio da fare che rifare sempre lo stesso film? Ma non avete pietà degli (eventuali) spettatori? Leggi i giornali e sono tutti capolavori che testimoniano la salute del cinema italiano. Ma per piacere! Ma se così fosse, come mai non ci sono traccie oltre Chiasso? Nessuno all'estero sa niente di queste "opere d'arte", non vi è mai balenato il sospetto che in realtà sono solo delle boiate pazzesche? Quindi per vedere qualcosa di decente bisogna rivolgersi altrove, in special modo in quei paesi ed in quelle cinematografie considerate "periferiche". Il più grande regista in circolazione è un iraniano, grande cinema arriva dalla Corea, dalla Cina, dall'Africa del nord. Bene, allora oltre casa, patria, famiglia di hollywoodiana memoria c'è dell'altro, per fortuna.

sabato 25 luglio 2015

Eredità virtuale

Il futuro ci mette davanti a questioni inusuali. Immaginiamo un notaio dei parenti e un testamento, tutto sembra ovvio, normale e scontato,ma ad un certo punto fa la sua comparsa la richiesta che non ti aspetti, non si chiede agli eredi curare nutrire il gatto, vendere la casa o donare i libri ma di eliminare quella realtà virtuale che il soggetto ha lasciato in rete attraverso i social, i blog e quant'altro sia disseminato nel web. Già, sembra facile ma dopo un pò di tempo emerge l'amara verità:  E' quasi impossibile, ciò che facciamo in rete ha una vita quasi eterna, probabilmente girerà come i pezzi di satelliti in disuso, inutili ma ingombranti ed indistruttibili. Poi c'è la seconda questione, una volta ammassati e catalogati i miseri resti virtuali, a chi spetta il compito di decretarne la fine? Le grandi Major della rete hanno più volte ribadito che loro non possono e non vogliono eliminare niente, fanno già molte cose egregie e non, ma i becchini no, quello non è e non può diventare il loro compito. Come dargli torto?

venerdì 24 luglio 2015

La conversazione

A metà degli anni '70 uscì nelle sale un film intitolato la conversazione  del grande regista Francis Ford Coppola, forse il migliore ed il più intenso, dove si narra di un addetto ai servizi di sicurezza, uno spione per intenderci, che piano piano passa dal ruolo di indagatore a quello di indagato. Forse tutto avviene solo nella sua mente ma il processo è irreversibile ed il poveretto alla fine perde il senno e la ragione travolto dai meccanismi che lui aveva innescato pensando di essere nel giusto o più semplicemente nella norma. E' incredibile come certi film aprano 30 o 40 anni prima squarci sul mondo futuro e come poi la realtà sia peggiore di quella immaginata. Dunque una ditta con segretarie, fax e macchinette per il caffè si specializza in software da vendere ad apparati di sicurezza, stati, servizi più o meno segreti, sono programmi particolari, capaci di spiare pc e diavolerie varie di mezzo mondo, entrando nella vita delle persone e denudandole di tutti i loro piccoli e grandi segreti. No, dicono loro, lo facevamo solo con i farabutti, quelli che mettono in pericolo la nostra sicurezza, può essere, ciò che non si capisce è perchè queste cose venissero svolte da dei privati cittadini e poi rivendute ad apparati pubblici.Poi il colpo di scena: la ditta denuncia di essere stata derubata dagli hacker, talchè oggi i suoi micidiali programmi sarebbero in giro per il mondo senza più padrone e guinzaglio e potrebbero essere loro e tutti quelli che avevano accesso ai dati ad essere spiati per un micidiale effetto "reverse". Geniale!

giovedì 23 luglio 2015

Parole ,parole; soltanto parole ?

Un'importantissima legge in discussione nel nostro parlamento è sotto stretta osservazione, anche e non solo, per l'uso di due avverbi che ne stravolgono completamente il senso: Anche e altresì. Come è possibile che due paroline, poche sillabe, riescano a creare tanto clamore? Diamo un'importanza relativa agli strumenti del comunicare perchè appunto li giudichiamo solo apparati meccanici di cui ci serviamo, niente di più, utili per comprendere le cose e capire i concetti ma dimentichiamo che senza di essi sparirebbero anche le cose ed i pensieri che evocano dal momento che il mondo fuori di noi esiste solo se lo pensiamo e quando serve, lo mettiamo per iscritto. Facile dedurre che la lingua non è qualcosa di contingente ma un potente edificio creato negli anni che condiziona le nostre vite e le fa guidare da chi le parole le usa per i propri scopi e con tutta la forza che possiede. E' inquietante pensare che il nostro futuro può essere condizionato in maniera forse decisiva da due avverbi innocui e generici, come estrema difesa consigliamo di avere sempre a portata di mano un voabolario.

Brutti e cattivi

E' stato il sogno di dittatori grandi e piccoli, ci sono state guerre e milioni di morti. Avere popolazioni sedate e compiaciute di tutto quello che gli si toglieva, convinte che la miseria e la ricchezza debbano andare per conto loro e non incontrarsi mai, governi e parlamenti adeguati a tale scopo dal Manzanarre al Reno. alla fine lo scopo è stato raggiunto senza carri armati e bombardamenti, anzi. quasi col consenso totale della gente. Come è stato possibile? Se si guardano le classi dirigenti, i partiti al potere e gli schieramenti d'opposizione in tutta Europa si scopre qualcosa che fino a qualche anno fa poteva sembrare incredibile: sono intercambiabili, cioè se li sposti non cambia niente, non solo CDU e PSD in Germania ma anche socialisti e destre in Francia, in Italia, Spagna ecc. ecc. Se poi dovesse succedere che qualche gruppo "estremo" e fuori dal coro dovesse andare al potere si accorge a sue spese che è stata una fatica inutile, il buon Junker lo ha fatto capire: un paese non può condizionare tutti gli altri, che tradotto vuol dire, fate quello che diciamo noi o saranno guai. Uno schieramento con un programma vince ma poi  non può neanche decidere le aliquote dell'Iva perchè viene considerata una decisione eversiva nei confronti dei trattati firmati e della stabità dell'eurozona, per arrivare a tanto ci sono voluti anni ed altrettanti, se non il doppio, ce ne vorranno per liberarci di questa gente, ammesso che lo si voglia e lo si ritenga necessario.

martedì 21 luglio 2015

I giornali ed il metodo Goffo

Sicuramente è un personaggio con molte più ombre che luci, non sempre i fatti sono conseguenti di quello che dice e cambia amici e collocazione politica ogni volta che gli serve. Nè più più nè meno l'idendikit del 90% dei nostri politici in circolazione sia quelli di lotta, come si diceva una volta, che quelli di governo, ma si vede che il nostro ha qualcosa che lo rende indigesto, non è immediatamente identificabile col nuovo corso, non si annulla nell'immagine dei nuovi tartari destinati a fare tabula rasa dei vecchi apparati, ha infatti un grossa componente narcisistica che non gli consente troppe mediazioni: lui è lui col suo marchio riconoscibile e che non consente condivisioni d'immagine. Per mesi, anni,resiste a tutti i "consigli" ed a tutti gli aggiustamenti che la nuova situazione richiede a gran voce, a modo suo e con metodi che non sempre stanno dentro lo spartito, va, perde alleati ma non molla, finchè non arriva il colpo da "fine di mondo" come diceva il buon Stranamore,lo si accusa di qualcosa, attraverso un giornale, di cui non esistono tracce nei verbali ufficiali. Non è la prima volta e non sarà l'ultima, però colpisce la linea di fuoco di tutti i giornali che sparano a raffica con un solo commento: dimissioni. Sarebbe facile chiedere a questi artisti della penna: dov'è il vostro "garantismo"? l'avete dimendicato a casa? O funziona a giorni alterni? O peggio,si adegua ai padroni in carica?

mercoledì 15 luglio 2015

Lezioni di greco

La lezione è chiara, noi pensiamo di possedere il nostro passato ed il nostro futuro ma in realtà le cose non vanno mai  come pensiamo e vogliamo e non perchè siamo piccoli e neri ma perchè non abbiamo gli strumenti che ci consentono di dominare gli avvenimenti, le pinze ed i cacciaviti che creano il domani non sono nelle nostre mani. Se c'è un cambio di governo in vista pensiamo che la cosa migliore sia di dare il voto a chi dice basta e da un taglio netto al passato, decisione ovvia e scontata, ma adesso diciamo che io sono dall'altra parte e guardo quello che succede e può succedere. Ovviamente cerco di far vincere un mio amico, uno che salvaguardi i miei interessi, ma se ciò non dovesse succedere poco male: io posseggo il tavolo, le carte e guido comunque il gioco, osservo i movimenti antagonisti, valuto la loro consistenza e cerco il punto di rottura, metto in risalto le contraddizioni interne e faccio in modo che il movimento imploda da sè. In sostanza io posso giocare con più mazzi di carte ed a più tavoli senza che per questo si debba gridare istericamento al complotto. Facciamo un esempio,oggi i computer riescono a vincere sui più grandi campioni di scacchi perchè usano la forza dei numeri: mentre un maestro riesce a memorizzare 50, 60 mosse un computer può usarne 100.000. Detto in altri termini, qualsiasi situazione può essere prevista e neutralizzata, qualsiasi movimento ridotto in briciole o inglobato e digerito in men che non si dica

domenica 12 luglio 2015

Commedia greca

Il grande Nietzsche diceva che i nostri guai, i guai di tutta la cultura occidentale sono iniziati quando gli antichi greci sono passati dalla tragedia alla commedia, dagli istinti naturali alle regole imposte. Si può essere o no d'accordo con questa tesi ma ha una sua ragion d'essere anche ai nostri tempi, in una settimana infatti siamo passati dalla tragedia alla commedia o peggio alla farsa, dal popolo sovrano che decide il proprio destino alla commedia dell'arte in cui alla fine ciascuno si toglie la maschera e torna quello che in fondo era sempre stato, un personaggio, un modo di stare in scena, niente di più. Farsa, pura farsa. Un ministro fa fuoco e fiamme, convoca il parlamento, le piazze, indice un referendum, lo vince e poi va al tavolo delle trattative con le proposte della controparte prima rifiutate ed ora quasi tutte accettate. Come c'era d'aspettarsi queste proposte non bastano più ai creditori  che adesso dicono in coro " Noi vedere cammello" ed il cammello lo vogliono subito in sette giorni. In una settimana quella che era stata una grande vittoria popolare si è traformata in una mattanza, syriza quasi dissolto e la Grecia pronta a nuove elezioni. Solo una mente malata poteva immaginare una cosa del genere appena una settimana fa, eppure è quello che è successo e sta succedendo. La storia ci dirà col tempo e con i documenti che verranno fuori come sono andate le cose ma facciamo una cosiderazione, senza referendum tutti avrebbero accusato l'Ue di aver costretto un governo leggittimo a farsi da parte per facilitare l'accordo, così invece è il classico karakiri, l'autoannientamento che facilita, e di molto lo sviluppo della vicenda. Forse era già tutto scritto? Non proprio, molto spesso capita che ti ritrovi la palla della vittoria ad un metro dalla porta... e la butti fuori. Succede spesso

giovedì 9 luglio 2015

Corruzione(?)

Il grande saggio fa finta che lui non c'era e che in ogni caso la cosa non lo riguarda, si..beh..non ho visto niente ma poi che volete che sia, c'è un tizio che dice di aver venduto il voto ed il governo ma forse ricorda male. Non è la prima volta che assistiamo a questi strani stranissimi comportamenti tesi a minimizzare, negare ogni irregolarità quasi che a spaventarsi di più per eventuali conseguenze siano più le vittime che i colpevoli, roba da far venir giù mille commissioni d'inchiesta, mille dubbi: da chi e da che cosa siamo stati governati? Perchè questo comportamento prudente fino quasi all'omertà, questa paura malcelata, questo non detto evidente, quest'imbarazzo anche solo nell'affrontare l'argomento? Eppure il reato , ove venisse accertato definitivamente, è uno dei più gravi che possano colpire le istituzioni, l'alterazione fraudolenta di assetti istituzionali con lo scopo di cambiare la maggiornaza governativa, bazzeccole, quisquilie, che in altri paesi altrettanto democratici come il nostro sono puniti anche con l'ergastolo se viene dimostrato l'alto tradimento non con tre anni, già prescritti, come succede da noi. Qualcuno ci vuol dire cosa è successo in quegli anni? Chi governava veramente? Le larghe intese sono per caso iniziate molto prima di quel che sappiamo?

sabato 4 luglio 2015

Venezia luccica...

Il nuovo sindaco di Venezia è già all'opera e con un brio ed una voglia di fare quasi meneghina fa capire che con lui non si perde tempo, quindi via subito con le tante cose importanti da portare avanti. C'è da riorganizzare il servizio bibliotecario e con una visione geniale che unisce cultura e finanza non  parte dalle nuove acquisizioni ma dalle dismissioni, c'è un elenco preciso e dettagliato di libri da portare via dalle biblioteche pubbliche perchè ritenuti non idonei per una buona educazione dei giovani, via tutti i libri che parlano delle "differenze", si parla di libri per bimbi, favole, con colori vivaci non di manuali pedagogici, ma che hanno la colpa di presentare una visione diciamo complessa dell'identità di genere. Per questo periodo particolare che sta vivendo il nostro paese questa vicenda spiega se non tutto ma molte cose, si sono levate molte lacrime di coccodrillo per perdita del comune ma la verità è lampante: la nuova giunta è perfettamente in linea con i bisogni e le aspettative della maggioranza governativa, è come un patto di ferro, una cappa di piombo che viene calata sul paese, o noi o loro dicono non cambia niente, siamo sempre noi, la vera disgrazia sarebbe stata per tutti e due gli schieramenti la vittoria di Casson. Pericolo scampato, via coi brindisi e via con la pulizia culturale.
P:S Non hanno ancora detto cosa faranno dei libri sequestrati. Suggeriamo un bel rogo in piazza S. Marco.

mercoledì 1 luglio 2015

Cul de sac

La loro lungimiranza li ha portati davanti un muro alto ed invalicabile costruito con anni ed anni di dura austerity e con le rigide disposizioni teologiche del "libero mercato" come puro atto di fede, ma come nei migliori film il protagonista si ritrova un dilemma quasi irrisolvibile: qualsiasi soluzione arrivi comporterà la fine di quel progetto, a breve o lunga scadenza. Quando l'economia sembra prendersi tutto arriva la politica a riportare le cose in un ambito a lei più congeniale perchè la frenata in questo caso arriva da motivazioni puramente tattiche e militari, la Grecia NON può e NON deve lasciare la zona Euro come fa capire lo zio d'America, qualsiasi motivazione ordoliberista quindi deve essere messa da parte ed il rischio di un'uscita in massa dalla moneta unica ha un'importanza minore di una perdta strategica come il sud-est europeo in vista del prossimo imminente ed inevitabile scontro armato con la Russia, come a dire che alla fine le due anime occidentali, quella monetaria e quella militare a lungo alleate, in questo caso caso si trovano contrapposte. il loro realismo consiglierà di trovare una soluzione qualsiasi, ma per adesso, qualcosa dovranno lasciare sul campo. La troppa ingordigia li ha portati ad avere due linee d'interessi quando una bastava ed avanzava pure

domenica 28 giugno 2015

Web emotions

Interessante articolo sul domenicale di Repubblica sullla nuova era delle emozioni digitali o sulla connessione emotiva che dir si voglia. l'analisi è che l'utente in rete non va più a cercare solo dati, fonti, musica e contatti in generale ma cerca ( e trova) emozioni, dunque un atto spontaneo e volontario che nasce da un bisogno preciso e che viene veicolato allo scopo dalle abili mani sulla tastiera. Noi cerchiamo e puf spunta fuori l'emozione voluta, quasi una parte di noi che si ricongiunge al nostro essere. Peccato che forse le cose non stanno così; perchè, proveremo a spiegarlo. E' risaputo che è partita la grande caccia, i padroni dei motori di ricerca, dei social non si accontentano più di sapere quali cibi preferiamo, quali film vediamo, cosa cerchiamo, ma spingono per catturare i nostri interessi facendoci girare attorno a ciò che loro vogliono che vediamo. Come ottenere tutto ciò? Con una precisa mappatura delle nostre emozioni, quantificate numerate con precisi e micidiali algoritmi che non ci lasciano scampo, così non sarò io a cercare sul web ma sarà il contrario, target, carne da macello per una ecografia totale ed assoluta. E' una visione pessimistica? Può darsi ma è meglio non abbassare la guardia

venerdì 26 giugno 2015

Sliding doors


Gli organismi europei, Ue e Bce,hanno trovato la soluzione al problema greco, semplice, lineare ed indolore (per le banche): cambiare il governo in carica il più presto possibile, e discussione con politici più "realisti" come dicono loro. Niente di nuovo e niente di straordinario, il cuoco non decide mai il menù, al massimo sceglie gl'ingredienti che deve cucinare ben sapendo che al minimo sbaglio sarà licenziato, è sempre il padrone del ristorante che decide per tutti, mai i dipendenti, intercambiabili e mai decisivi. I politici, anche a costo di apparire demagogici nell'analisi, sono solo dei dipendenti che non possono inventarsi nessuna ricetta ma solo portare a tavola pietanze precotte

martedì 23 giugno 2015

Barconi con vista mare

Allora è già tutto deciso, andiamo e bombardiamo, chi e che cosa, dove e quando non si sa, ma andiamo. Non è questo lo spazio per un'analisi strategico-militare ma si può discutere degli effetti politici ed economici, che sicuramente saranno devastanti. Per tutto il dopoguerra il mediterraneo ci ha assicurato commerci ed energia, trattavamo con tutti ed eravamo rispettati da tutti, poi i politici della nouvelle vague che sono venuti dagli anni novanta in poi, ci hanno detto che no, che non si poteva continuare così, che bisognava scegliere gli amici ed i nemici e cominciare a trattarli di conseguenza, puntuali sono arrivati gli errori di valutazione e la perdita di credibilità tanto che oggi il nostro peso politico è molto vicino allo zero. Come spesso succede in questi casi pensiamo di risolvere la cosa con un balcone ed un tizio con il mento in fuori che spara fesserie a raffica e peggio ancora,con cannoni e fanfare. Anche un bambino capisce che così non abbiamo nulla ma nulla da guadagnarci e che anzi ci mettiamo in guai seri, non solo dal punto di vista militare che forse è l'aspetto meno importante ma perchè andiamo a incidere ancora di più in un processo di destabilizzazione pericolossissimo ed indecifrabile: se andiamo e creiamo il vuoto dove tutto può succedere abbiamo salvaguardato i nostri interessi o quelli di qualcun altro che magari ci sta mandando avanti per scopi ed interessi suoi che non coincidono con i nostri?

sabato 20 giugno 2015

L'estremo centro

A sentirli parlare e strillare di prerogative democratiche, di autorità della rappresentanza, di conti da regolare con la stampa a volte si ha l'impressione che il grande mutamento genetico sia già avvenuto e sia anche, ahimè, irreversibile. I nuovi eletti alle cariche regionali ci tengono a precisare subito che loro non rispondono a nessuna regola che li possa limitare o peggio controllare nei loro atti, hanno acquisito una specie di deroga totale per cui ciò che dicono e fanno dall'elezione in poi riguarda solo loro ed i loro apparati e chiunque ponga domande e cerchi chiarimenti avrà vita molto dura e si pone in una grave contrapposizione democratica contro organi elettivi, scompare la distinzione tra cariche ed incaricati, tra la funzione ed il fruitore: se attacchi me attacchi l'intero corpo elettorale e la rappresentanza. neanche il Re Sole era arrivato a tanta arroganza e tanto disprezzo. Purtroppo hanno fatto il nido come gli scarafaggi e l'opera di disinfestazione non sarà facile nè breve. Ma è necessaria

domenica 14 giugno 2015

Al lupo 2 la vendetta

Sono i numeri che alla fine ci dicono la verità, hanno ammesso non senza qualche imbarazzo che non ci sono particolari motivi per temere un'invasione, che non c'è e non ci sarà: il numero dei nuovi immigrati è quasi uguale agli anni precedenti, nè più nè meno. Ed allora da dove nasce questa paranoia, questa sindrome da assedio che dal "Corriere" a "Repubblica" percorre tutti i media? Perchè  la paura serve a creare la malattia anche dove non c'è, serve a costruire barriere e sopratutto a preservare equilibri che senza questo fumo apparirebbero deboli e senza seguito. Anni fa il regista Michael Moore spiegò come funziona questo meccanismo: Prendi un paese, riempilo di nemici immaginari,riempi i giornali di furti, assassini, disegna un quadro della situazione da guerra civile e tutti correranno ad armarsi.. ed ha sparare al proprio vicino convinti di fare la cosa giusta, salvo poi scoprire che poco più su, per la precisione nel Canada, tutto questo non succede perchè lì la gente non ha paura di niente o quasi. Il regista dice che colpa principale è dei media, allarmistici da una parte e sereni nell'altra, può essere, ma non solo, perchè i giornali non fanno potere da soli ma partecipano insieme alle altre forze in campo, quindi è probabile che facciano da cassa di risonanza di esigenze più alte. Una citazione poi per gl'immigrati in plexglas alla stazione di Milano, questa situazione spiega bene il ragionamento, prendi i nuovi "mostri" mettili in vetrina, falli vedere a tutti nelle prime pagine ed il gioco della paura è servito.  

sabato 13 giugno 2015

Al lupo al lupo!

Se qualcuno venisse da Marte e leggesse i nostri giornali avrebbe l'impressione di un paese saccheggiato da orde d'immigrati assetati di sangue che stanno mettendo il paese a ferro e fuoco, nè più nè meno. Abbiamo due partiti che sembrerebbero contrapposti ma ragionandoci un pochino, non più di tanto. Sono quelli che estremizzano il problema e quelli che lo edulcorano in una mielosa retorica, non c'è la via di mezzo di un sano pragmatismo che veda la cosa per quello che è: una continua ed inarrestabile deriva che porta questa gente a spostarsi, un fenomeno naturale presente da sempre e che non si è mai fermato in nessuna epoca. Basterebbe prenderne atto e non cercare scorciatoie massimaliste, tutti a casa, o vuote e ipocrite, sono nostri fratelli..I più furbi alla fine alla fine sono quelli che si defilano, che fanno finta di di non prendere parte alla disputa ma che ne traggono il maggior profitto, per esempio quanto è calato il costo del lavoro con l'arrivo di questa forza lavoro disponibilissima ad ogni condizione retributiva ed oraria? Ma di questo non si parla mai perchè è meglio puntare i fari sui bivacchi nelle stazioni così la gente ha paura e rivota sempre gli stessi che hanno firmato l'accordo di Dublino che per inciso, ci OBBLIGA a tenerci tutti queli che arrivano e che naturalmente vorrebbero andare quasi tutti un pò più su, nei paersi del nord Europa, ne avrebbero il diritto come richiedenti asilo politico, ma il suddetto accordo annulla questo diritto e li obbliga a rimanere nel paese dove sono arrivati all'inizio. Geniale.

giovedì 11 giugno 2015

A volte ritornano

Il corrierone a volte ci fa delle piacevoli sorprese con interviste che ci fanno ricordare i bei tempi della gioventù, si, è un pò come rivedere vecchi telefilm di epoche passate come "Sulle strade della California" o "Happy days" Hanno ripescato Francis Fukuyama, quello della fine della storia e costui, dobbiamo dirlo appare in piena forma sciorinando una serie di banalità dietro l'altra che ci fanno capire che in fondo gli anni non lo hanno migliorato molto. Lasciando perdere tutto il repertorio solito sull'economia "Uber alles" e sulle riforme (ma dai!) il buon Francis attacca l'Europa del sud perchè zavorrata dalla corruzione e  di conseguenza con un sistema politico molto debole e clientelare. Ecco la cosa che dà più fastidio sono queste idee chiare ed evidenti, ma questi studiosi anglosassoni da che pulpito predicano? Negli USA ci sono seggi al congresso che da un centinaio di anni vanno alle stesse famiglie, non si può dire che sia un sistema molto mobile nè tantomeno che vi regni la trasparenza assoluta, anche lì vi è "clientelismo" o peggio dinastie inamovibili. Per favore basta con queste lezioncine.

domenica 7 giugno 2015

Dietro la lavagna

Anche il buon Oba ci da le bacchettate sulle dita,e ci sprona ad essere più vicini ai loro ideali e sottinteso, ai loro interessi. Dobbamo applicare integralmente le sanzioni alla Russia,niente più affari ed accordi, contratti ed esportazioni, dobbiamo congelare tutti i rapporti economici in corso, senza se e senza ma, subito. Siamo un paese che non ha materie prime, ma siamo ( o eravamo) bravi, bravissimi a vendere al resto del mondo i nostri manufatti, siamo diventati ricchi comprando tutto e vendendo tutto, situazione che ricorda molto il Giappone. Univamo a questa capacità e intrapendenza una flessibilità monetaria che ci consentiva di rendere competitivi i nostri prodotti, adesso non abbiamo più autonomia nei cambi e dobbiamo limitarci nelle esportazioni, un modo come una altro per dirci che il nostro futuro è nelle loro mani. Per tirare avanti abbiamo poche e collaudate strategie economiche: Conprimere i salari, aumentare la "produttività", deprimere la domanda interna e far salire l'età lavorativa fino a distruggere l'occupazione giovanile, tagliare il welfare e liberalizzare le tasse facendo pagare a tutti attraverso le imposte indirette le stesse quote, indipendentemente dal reddito posseduto. Sono ricette collaudate che non vanno messe in discussione perchè sono il nuovo "Logos", verità di fede più che di ragione.

lunedì 1 giugno 2015

Il comizio universale

Come da previsione il quadro politico dopo la tornata elettorale non è cambiato di molto, tutto come prima e forse più di prima salvo la caduta delle damigelle tanto coccolate e vezzeggiate da risultare alla fine mostruosamente antipatiche ed inconcludenti. Si vede che il modello non funziona più perchè la gente ha capito che un'immagine, vera o creata in laboratorio, non basta a fare un buon politico, ci vuole altro spessore, altra personalità, che evidentemente queste brave ragazze non hanno. Altro colpo alla credibilità dei sondaggi, ormai è un classico, con la candidata 5 stelle largamente in vantaggio negli exit- poll sul centro sinistra e poi a risultati acquisiti solo terza. Per lungo tempo i sondaggi e le proiezioni sono stati credibili, discostandosi poco o niente dalle percentuali finali, poi, hanno cominciato a dare esiti non consoni ai risultati, da scienza quasi esatta si sono trasformati in previsioni da indovini, non ne azzeccano più una che sia una. Ecco lasciamo la domanda in sospeso senza cercare facili risposte: Perchè?

mercoledì 27 maggio 2015

Asini parlanti


la categoria dei giornalisti vive un momento molto difficile perchè, come direbbe Churchill, mai così tanti furono rovinati da così pochi, ma purtroppo questi sono la punta, gli editorialisti della domenica, le grandi penne, che stanno affossando un nobile mestiere fatto per la maggior parte da gente onesta e competente, prima o poi uscirà un'antologia di queste perle scritte da asini. Asini perchè non vogliamo pensare che lo facciano apposta, quindi ciò che dicono, si spera, è frutto solo di ciò che pensano e riflette il loro momento di crisi: poche idee, sempre quelle, ma confuse. In questi giorni c'è un tizio che la mattina presto alla radio riesce a dire una fesseria dietro l'altra senza  che nessuno lo freni. Perla delle perle: Da noi lo stato spendeva e  spende più di quello che incassa. Ha mai sentito parlare di avanzo primario? Tolte le spese per interessi sono almeno vent'anni che da noi lo stato incassa molto di più di quello che spende, o no, professorone? Si, ma prima? prima eravamo una delle maggiori potenze mondiali grazie anche ad un'intelligente ed ottima politica espansiva, questi cretini che parlano di tagli ed austerity lo sanno che quel poco di benessere rimasto sulla piazza è frutto di quegli anni da loro considerati "scellerati"?

lunedì 25 maggio 2015

Cinema di periferia

Dolore e rabbia, non ce l'abbiamo fatta, il cinema italiano esce male dal festival di Cannes. Ma siamo sicuri che tanta amarezza sia giustificata? Sono anni che assistiamo a queste sceneggiate ma mai nessun giornale, nessun critico tenta un'analisi seria, qual'è veramente lo stato di salute del cinema italiano? E' proprio vero che all'estero siamo poco considerati ma meriteremmo di più? No, il nostro cinema raccoglie quello che attualmente merita, cioè poco. E' un cinema stanco e ripetivo, privo di slancio e di coraggio e che si prende troppo sul serio, con risultati a volte comici, a volta patetici, che non sa più usare le immagini e le storie e che usa ancora modi e stili di venti o addirittura trenta anni fa, pensiamo di essere ancora i maestri, di dovere insegnare al resto del mondo ma non è più così perchè ci sono state parecchie novità totalmente ignorate dai nostri presuntuosi registi, adesso il miglior cinema, il più talentuoso viene prodotto da paesi prima considerati "periferici", registi canadesi, russi, coreani, iraniani, turchi, sfornano capolavori in continuazione. I nostri hanno visto Winter sleep? Quando riusciranno a fare qualcosa di simile? Ci vorrà molto tempo e molta umiltà, azzerando tutto e cercando di ricominciare da capo dimendicando i vecchi maestri. Quell'epoca è finita per sempre, ritornarci sopra in continuazione con citazioni e stilemi non aiuta, basta, seppelliamo i magnifici del passato e andiamo avanti

domenica 24 maggio 2015

Strutture abusive

Il buon Mario Draghi ha il merito di parlare chiaro, forse perchè allo stato dei fatti non ha nessun motivo per nascondere o mimetizzare la sua posizione, che poi è quella dell'intero Eurogruppo, sa di non avere controparti credibili o una  forza politica che possa creare problemi, quindi esterna con tutta l'arroganza possibile. In sostanza dice che le differenze "strutturali" residue tra i vari stati dell'Ue vanno livellate nel più breve tempo possibile: salari, mercato del lavoro e welfare devono essere unificati con regole e norme uguali per tutti, bene, analizziamo un pò la questione. Autorevoli "padri" dell'unione monetaria hanno riconosciuto che loro sapevano i rischi della moneta unica legati alle differenze storiche tra le strutture produttive e sociali dei vari paesi, ma.. hanno pensato che fossero rischi calcolati e risolvibili nel lungo periodo, molti di costoro hanno riconosciuto a posteriori di essersi sbagliati, cioè di aver sottovalutato il problema di situazioni storiche che non corrono mai in parallelo, la struttura produttiva dell'Italia si è sviluppata in un secolo e passa in un certo modo perchè è la storia del paese e la sua evoluzione che l'ha deciso, non altri. Adesso il buon Mario dice di azzerare tutto e di procedere con modalità standard per tutti. Traduzione. Se avevate qualche eccellenza settoriale, dimenticatevela, perchè da ora in poi, la vostra politica industriale la decidiamo noi, da ora in poi le norme e la giurisdizione passano da noi, perchè così.... si salva l'Euro. Come se l'unica modalità per pescare le trote fosse quella di prosciugare il lago.

L'etica retrostante

In mezzo a numeri, cifre, spread, tagli, emerge a fatica una realtà di fondo, una visione del mondo che non ha niente di economico, di razionale e di ideologico,non si tratta solamente di liberisti contro Keynesiani, di mercato contro stato, di tagli contro spese, di ricchi contro poveri, c'è dell'altro. E' la vittoria definitiva dell'etica anglosassone contro quella continentale ed in particolare dell'Europa meridionale, quindi del merito come diritto divino contro la possibilità. Non esistono vie terrene, possibilità, chi è ricco o diventa ricco lo è solamente perchè è stato scelto dall'alto a tale ruolo, è un predestinato, e nessuno e niente deve ostacolare questa volontà divina, concetto molto diverso dalla bontà diffusa  e di cui tutti godono nella stessa misura nel cammino verso la salvezza. E' un'etica in cui i bravi sono anche buoni, i primi ad acquisire il posto in paradiso, se tutti gli altri non hanno avuto fortuna nella vita è solamente perchè così era scritto. La scarnificazione dei codici, delle regole del lavoro, della previdenza e del welfare attuata e portata avanti con tattiche da terra bruciata, mira a questo scopo, cioè formare, educare, crescere una società in cui i diritti non sono garantiti dalle leggi ma dalla cooptazione divina, chi è chiamato ad una missione di ricchezza non deve neanche prendere il numerino e mettersi in fila ma deve vedere riconosciuta subito questa sua condizione di privilegio e di guida.

martedì 19 maggio 2015

Numeri a caso

La sentenza della corte costituzionale che ha detto no al blocco delle pensioni ha portato alla luce delle correnti di pensiero chiare ed univoche. Tutti o quasi i commenti definiscono la sentenza, con variazioni minime,inoppotuna. In alcuni casi la si considera addirittura deleteria e pericolosa, ed autorevoli editorialisti e discreti giuristi vengono al nodo della questione, che poi è esposto nel seguente modo: Può un supremo organo giuridico nazionale mettere in discussione trattati, accordi, vincoli internazionali stipulati dal paese in questione nel corso degli anni? Fatta la domanda, si danno anche la risposta: No. Non esistono e non possono esistere alternative ai comandamenti economici sottoscritti, tutto, ma proprio tutto, corte costituzionale compresa va subordinato ad essi. Per inciso nelle motivazioni la suddetta corte rilevava la non chiarezza (scarsità di dati vaghezza nei numeri) del principio basilare su cui si basava il blocco, cioè l'urgenza e la necessità improrogabile. Ma questi per i nostri amici del tagli e scuci, sono dettagli, è così e basta, che bisogno c'è di motivarlo con dati e analisi precise? Perbacco lo diciamo noi e tanto dovrebbe ampliamente bastare. All'epoca, nel 2011, l'Inps aveva un utile di una decina di miliardi di euro, era quindi tutt'altro che sull'orlo del baratro e cosa ancora più importante i contributi superavano le spese. Dov'era questa urgenza? come in tutte le guerre, per procedere all'assalto ci vuole il nemico e se non c'è, te lo inventi e così in questo caso si è formato il mito mediatico del "buco" previdenziale, rivelatosi come fa intuire la corte, inesistente e falso. Il nostro sistema pensionistico viene visto come il grande malato che rischia di affossare l'intero paese con troppi vecchi e pochi giovani. Falso, tremendamente falso, dove mettiamo il grande esercito di immigrati, forza lavoro adulta pronta che versa contributi che forse poi non riscuoterà mai? per i media, le grandi penne, questi non esistono e non vengono minimamente quantificati, evidentemente per non andare contro il sentire comune che li vuole solo come "costi". Ma poi insistono ,si, ma i giovani che futuro avranno? Il loro futuro non è deciso da chi prende una pensione minimamente adeguata a non morire di fame ma da chi gli ha tolto ogni possibilità lavorativa e contributiva continuativa e li ha condannati alla precarietà perenne

martedì 12 maggio 2015

Avanti c'è posto!

I cambiamenti più significativi sono quelli che avvengono in silenzio o nella routine di atti all'apparenza aderenti alle norme. Il fatto è questo, un assessore sposa una coppia e si ritrova indagato per falso ideologico, nel pieno esercizio delle sue funzioni pubbliche e nel pieno rispetto del suo mandato perchè il fatto è avvenuto in ospedale, perchè lui (lo sposo) è morto poche ore dopo e perchè lei è straniera. Quindi, secondo questa tesi accusatoria il consigliere, carica elettiva, non scordiamolo, dovrebbe prima di ufficializzare un matrimonio, essere a conoscenza della cartella clinica di entrambi, assicurarsi della loro lucidità mentale. della volontà dei parenti,dello stato patrimoniale dei due e degli eventuali testamenti in atto, se non lo fa, secondo questa tesi, rischia il procedimento giudiziario. Non bisogna avere nessuna preparazione giuridica per capire che è una deriva pericolosissima: può un eletto per una carica rappresentativa fare indagini su un atto come un matrimonio? Non sono cose che spettano all'autorità giudiziaria? la tendenza in atto è quella di fare una grande melassa dove tutto ormai è indistinguibile e tutto si mischia. Ma se tutto questo si fosse svolto con un religioso al posto dell'assessore ? Il pubblico ufficiale ha meno diritti?Sembra di si, perchè in quel caso si sarebbe invocato l'elogio per un gesto così nobile come l'unione di due persone di cui una in fin di vita e mai e poi mai sarebbero state messe in discussione l'autorità le prerogative ed i limiti dell'officiante

domenica 10 maggio 2015

Copie e fotocopie

In un grandissimo film degli anni '70 Jack Lemmon è un ingegnere nucleare che crede fermamente in ciò che fa ma,piano piano scopre che è una fiducia mal riposta, sopratutto per la poca trasparenza di chi invece dovrebbe vigilare e controllare. Quando si accorge che alcuni dati fondamentali per la sicurezza sono fotocopiati capisce di essere stato preso in giro e manipolato per assecondare comportamenti e prassi criminali, cambia registro, ma ormai è troppo tardi. Ecco, prendendo spunto da questa trama non è difficile cogliere analogie con ciò che vediamo tutti i giorni, il personaggio del film siamo un pò tutti noi alle prese con una constatazione agghiacciante: la maggior parte degli articoli dei giornali sono solo delle fotocopie, cambiano la punteggiatura, qualche aggettivo ma la sostanza non cambia, è uguale per tutte le testate e per quasi tutti i giornalisti. Se devono nascondere nascondono tutti, lo stesso se devono minimizzare o aumentare la portata della notizia, una falange che procede compatta e senza vergogna

sabato 9 maggio 2015

Credibilità al potere

La sentenza della corte costituzionale sull'adeguamento delle pensioni ha gettato nel panico centinaia di bravi giornalisti e le alte corti di governo che in sussulto di Leninismo adesso si domandano: Che fare? Quando tutto sembrava filare liscio verso una repubblica "residenziale" ecco l'imprevisto, dove abbiamo sbagliato? I giornali ci sono amici, i giudici devono stare buoni sennò pagano i danni, le opposizioni ce le facciamo noi, ma spunta sempre qualcuno o qualcosa che rema contro. E allora parte l'offensiva con una copertura di fuoco illimitata, i bravi giornalisti cominciano a dire con una sola voce che adesso tutto è in pericolo, il bilancio, lo spread e la terza legge delle termodinamica ( fa sempre effetto sui lettori), una cosa del genere dicono, è inconcepibile perchè, e qui si fa il silenzio, perchè rovina la nostra CREDIBILITA'. Pagare i pensionati è un atto eversivo di cui qualcuno dovrà rendere conto. Tutto questo ormai ci fa capire senza ipocrisie dove siamo arrivati: Un'alta corte sentenzia senza tenere minimamente conto della nostra "credibilità" ed ecco scatenarsi il putiferio! Ma perchè e per quale motivo avrebbero dovuto farlo? Chi ci ha portati al punto di dovere rendere conto ad ad altri dei nostri pensionati? Chi ha venduto la nostra sovranità? E per favore non tirate in ballo l'Europa , gl'ideali ed altre prelibatezze simili, perche quando si aderisce a qualcosa lo si fa in cambio di qualcos'altro. Noi in cambio cosa abbiamo ottenuto? Niente, solo l'obbedienza assoluta. Ma poi, ce ne dobbiamo fare una ragione, perchè questa banda di cialtroni li abbiamo eletti noi.

mercoledì 6 maggio 2015

Italian style

E così alla fine saranno i giornalisti a pagare. Non si può dire che abbia lasciato grandi rimpianti, diciamo che era un foglio senza notevoli pretese, ne grafiche nè di contenuti, abbastanza grigio nei commenti e nell'impostazione generale ma con alcune punte, rare per la verità, di ottimo giornalismo. Se vogliamo usare un aggettivo lo potremmo definire dignitoso, dove ci si sforzava di fare qualcosa di diverso e non sempre legato alle esigenze degli apparati dirigenziali che guidano il paese. Il giornale fallisce e la storia sembra finire lì, ma da noi non c'è mai limite al peggio e così per pagare i creditori, sparito l'editore, sparito il riferimento politico, restano... i giornalisti chiamati in prima persona a risarcire i debiti  per cause perse, simbolicamente ed, ahimè letteralmente. Fino adesso una cosa del genere si era vista solo nelle peggiori e più efferate dittature, mai, MAI, in un paese democratico, C'è ancora qualcuno che nega il cattivo momento della nostra libertà di stampa?

venerdì 1 maggio 2015

Rete in trappola

 Mentre i nostri piccoli giornali ci informano su piccole cose nel mondo succedono avvenimenti molto più interessanti e con pesanti ricadute sulla vita di tutti noi, uno su tutti: La Rete ed il suo controllo. Qui, almeno per quel che riguarda i canali ufficiali, se ne sa pochissimo e quel poco viene miscelato ad una quantità considerevole di banalità così da renderlo incomprensibile e lontano dai nostri interessi. Qual'è la situazione attuale? Chi detiene il controllo dei motori di ricerca? Cosa sono diventati i social network e chi li gestisce? Come vengono veicolati i dati e le informazioni? Qual'è il livello di protezione della privacy? Sappiamo poco o niente, accendiamo il nostro PC ed i nostri dati ed i nostri pensieri girano, vengono analizzati, sminuzzati, tali da essere utili a ditte, compagnie di assicurazioni, governi, enti vari, non sappiamo neanche a chi appartengano, non sono più nostri e non abbiamo su di essi nessun diritto di riacquisto: una volta condivisi non sono più reclamabili. Ciò riguarda anche la parte che teniamo per noi e che non dovrebbe essere alla vista degli altri, cioè mails, files, Pdf, documenti, cronologie, ricerche. I nostri foglioni preferiscono informarci sulle ultime dichiarazioni dell'ultimo sottosegretario che magari ci parla del problema del randagismo dei gatti

mercoledì 29 aprile 2015

Vincere facile

Capita spesso di vedere in qualche documentario  la spietata caccia tra predatori e prede, dove chi ha la forza e  la velocità usa anche la pazienza per sfinire l'avversario e divorarlo poi con calma in santa pace e nella massima privacy. Non c'è quasi mai equilibrio di forze perchè chi attacca lo fa sapendo di non lasciare nessuna possibilità all'altro perchè oltre alla forza ci mettono anche il numero, isolano la preda dal branco, la circondano e la sbranano. Ormai il confronto Ue- Grecia va avanti da qualche mese ma non c'è nessun dubbio sul risultato finale, da una parte hanno tempo, forze, alleanze, disponibiltà, pressioni, media a strafavore e dall'altra niente: nè tempo, nè risorse, nè amici, nè futuro. Possono girare intorno per qualche tempo, cercare di disorientare l'avversario, ma è tutto inutile, perchè loro stanno lì con l'aria indolente e distratta leccandosi e ruggendo per ingannare l'attesa, il loro pranzo è lì, e non sfuggirà al suo destino.

domenica 26 aprile 2015

Dilettanti allo sbaraglio

Chi è Joannis Varufakis? Secondo i funzionari ed i politici dell'Ue sarebbe un dilettante incompetente che sta facendo perdere tempo a tutta la comunità europea, con i suoi tempi incerti e documenti incompleti dove invece ci sarebbe bisogno di decisioni rapide e circostanziate. Poichè oggi il credo dominante è il fare al posto del pensare la critica ha una sua logica: perchè discutere su cose che NOI abbiamo già deciso? Non c'è niente di nuovo da aggiungere, è già tutto scritto nero su bianco, basta mettere in pratica tutto ciò che vi è contenuto e fine delle discussioni. Il suddetto Varufakis è uno dei più esperti e capaci economisti al mondo, ha studiato nelle migliori scuole ed ha un ottimo prestigio internazionale, che dire invece di quelli che gli hanno dato del dilettante? la cosa più buona che si può dire di loro è che sono dei cialtroni capaci solo di ripetere a pappagallo la lezioncina imparata a memoria, incapaci di articolare una minima discussione che esuli dalla loro impostazione, sono stati programmati in un certo modo e non sono capaci d'altro. Se il buon Joannis cominciasse a blaterare di tagli, austerity, liberalizzazioni, deregulation sarebbe accolto come un figliol prodigo che finalmente parla la loro lingua, ma non provano minimamentead ascoltare la sua e tantomeno di capirla. Bisognerebbe riprogrammarli, ma si fa prima a mandarli tutti a casa e chiudere quell'immondo baraccone

sabato 25 aprile 2015

Lavorare sbanca

Acuta polemica nei giornali sul gran rifiuto del lavoro da parte di tanti giovani e non. E' il discorso sulla merda, se non c'è niente in tavola assaggiala e ringrazia chi te l'ha fornita, non la vuoi? sei solo un'incosciente viziato. Come si fa a rifiutare un lavoro continuativo di ben sei mesi, con turni di lavoro flessibili, con mansioni varie ed eventuali, senza ferie e malattia e con una retribuzione variabile dai 500 agli 800 euro mensili e magari con un posto letto dal costo di 600? I gran tromboni dell'informazione, sempre più numerosi, ci aggiungono anche l'opportunità unica ed irripetibile di partecipare ad un evento straordinario (testuale!) Se non ci fosse di mezzo la tragedia di milioni di persone alla ricerca di un futuro minimo ci sarebbe da sbellicarsi dalle risate: ma questa gente crede minimamente a quello che dice e scrive? Rileggono i loro trattati? Probabilmente la risposta è no, è gente intelligente e ben navigata, quindi si limita a battere sulla tastiera turandosi il naso. E' scomodo ma aiuta a sopportare la puzza

martedì 21 aprile 2015

Domande a soggetto

Ci dicono che non si fa, che non si può; porre domande in un momento così tragico è inopportuno ma noi ci proviamo lo stesso. Il barcone conteneva più di 1000 passeggeri, se così fosse si chiama nave non barcone e dove sono le immagini di questa nave? A che ora è successa la tragedia? Di notte? E perchè nelle immagini del mercantile soccorritore è giorno? Perchè nelle immagini riprese dalla nave conteiner si vede un gommone che si ribalta? E' successo prima durante o dopo la tragedia? Dove sono i corpi? Dovrebbero essere centinaia ma ne sono stati recuperati solo qualche decina. Le giuste lacrime e la commozione esigono anche risposte

martedì 7 aprile 2015

Lezioni di greco

Cosa ci dice il contenzioso tra il nuovo governo greco e gli organismi europei? la risposta sintetica potrebbe essere che da lì non si esce (vivi), non ci sono elezioni , volontà popolare che possa attutire o annullare gli accordi e regole stabilite in precedenza. Se un padre ubriaco si vende la casa per un'altra passata di briscola, i figli possono benissimo opporsi e dire che loro la casa per una leggerezza del padre non la cedono proprio ma se dei politicanti corrotti o incapaci hanno venduto un'intera nazione, no, lì gli accordi vanno rispettati fino all'ultimo centesimo. Dipende dai rapporti di forza, accettati, subiti e scaricati sulle popolazioni da classi politiche create per l'occasione con un bombardamento mediatico ininterrotto o calate direttamente dall'alto, senza nenche l'ipocrisia del voto, salvatori dei conti e dei bilanci. Spiace dirlo e scriverlo, ma la Grecia non ha nessuna speranza di vedersi riconosciuti i propri diritti di nazione autonoma, sarà spolpata, lentamente e con meticolosità, dopo passeranno ad altro perchè il numero delle portate è molto ampio.

venerdì 3 aprile 2015

Beat italiano e anni '60

You tube è il più grande magazzino dei ricordi che si possa immaginare, dentro c'è tutto e trovi tutto, lo puoi rivedere, ascoltare ma poi, la magìa finisce, dura solo pochi minuti, era solo il passato. Erano ingenui molto ingenui i nostri eroi del primo beat italiano, ma forse è questo che colpisce: in quei tempi non era sconveniente pensare cose nuove, cercare di metterle in pratica, vivere la propria vita in modo diverso da quella dei propri genitori e perchè no, pensare di cambiare il mondo. Scopiazzavano alla grande la musica americana e inglese, non avevano una gran dimestichezza con la musica ovvero avevano una padronanza del loro strumento approssimativa ma hanno fatto qualcosa di grande perchè, seppure per un briciolo di anni, hanno rotto equilibri secolari, hanno imposto la loro visione del mondo ai padri in paese che aveva fatto della tradizione e del rispetto delle gerarchie generazionali un dogma indiscutibile. Neglia anni '60 nonostante la ricchezza  eravamo ancora un paese chiuso al nuovo, ai cambiamenti, ebbene questi ragazzi che improvvisamente si presentano con i capelli lunghi e le camicie colorate rompono tutti gli schemi, fanno saltare gli equilibri familiari, spazzano via abitudini vecchie e cosa inaudita proclamano di voler riprendersi la loro vita e viverla a modo loro. Proprio in quegli anni un ragazzo, aveva solo 25anni, fa un film che distrugge tutti quei valori su cui si era retta fino ad allora la società italiana: famiglia, tradizioni,gerarchie, fa a pezzi tutto e non risparmia niente. Stiamo parlando ovviamente dei pugni in tasca di Bellocchio che è stato considerato un film Nichilista e senza speranze, ma a ben guardarlo oggi, con la giusta distanza di anni ci si accorge che non è così. Forse era solo dalla parte dei ragazzi che cominciavano a ribellarsi ai padri ed alle madri.

martedì 31 marzo 2015

Post market

Che cos'è che rende il nuovo modo di produrre merci e finanza praticamente indistruttibile ed inattaccabile? Si potrebbe pensare il potere accumulato che gli permette di governare al meglio gli umori ed i malumori dell'opinione pubblica,l'enorme ricatto sulla vita delle persone: o con me o contro di me, non c'è alternativa, la forza che solo i vincitori sanno di possedere, la valorizzazione dell'individuo in lotta con gli altri, l'enorme senso di libertà dalle regole imposte in una visione nichilista del mondo con molto da distruggere e poco da conservare, le possibilità di pochi contrapposte alla miseria di tanti. Si, c'è tutto questo ma c'è anche di più. L'icredibile capacità di inglobare e digerire tutto facendolo proprio, lotte e critiche comprese. Tutto viene rimescolato, frullato, condensato e poi bevuto come energizzante, sputando i noccioli. E' un mostro subdolo ed intelligente che ci fa correre verso di lui per affidargli le nostre vite

giovedì 26 marzo 2015

Frame

Le notizie ci arrivano già impacchettate ma se si prova ad aprire la confezione ci si accorge subito che il contenuto spesso non corrisponde minimamente alle aspettative dell'immagine iniziale. Ma è un'operazione che pochi fanno perchè richiede tempo ed attenzione,il bravo lavoratore che torna a casa la sera o la mamma alle prese con i compiti dei bimbi hanno ben altro a cui pensare e poi, diciamocelo, non gliene importa più di tanto perchè ti dicono  A o B per loro non cambia niente. E chi può dargli torto? In che cosa consiste il pacco? Semplicemente una notizia è contenuta dentro una realtà già fissata e delineata e non può uscire da tali margini, se parlo di pensioni è già stabilito che il nostro sistema previdenziale è allo sfascio con i giorni o mesi contati e non è consentito avere dei dubbi su questa premessa che diventa certezza, se parlo di riforme devo insistere sul fatto che sono giuste ottime ed ..inevitabili perchè non ci possiamo più permettere di perdere tempo, non c'è il chi ed il come c'è solo il deve, unica divinità assoluta. se parlo di lavoro devo dire che è meglio lavorare 15 ore al giorno ore per 500 euro mensili che niente, che bisogna accontentarsi, che non bisogna pretendere tutti i diritti perchè viviamo in tempi in cui non possiamo più permetterceli, questo dice il bravo giornalista, anzi la quasi totalità dei bravi giornalisti. Il grande timoniere li avrebbe mandati  a lavorare in campagna, giusto per non perdere troppe certezze

mercoledì 25 marzo 2015

Politicamente corretto

"Ce li stamo a comprà tutti!" urlava al telefono il boss. La sua gioia non era dovuta all'impresa ma ai tempi da record della sua riuscita dal momento che aveva richiesto solo qualche settimana: sembrava che i bravi consiglieri eletti non aspettassero altro quasi che la loro elezione avesse solo quella finalità. Perchè succede tutto questo? C'è stato un cambiamento nel modo di fare politica, nella scelta dei candidati? Probabilmente lo spartiacque che ha accelerato la degerazione è stata la creazione di una classe di cooptati, senza alcun vincolo con gli elettori, il requisito essenziale richiesto al candidato è la fedeltà totale, chi entra fa parte di un sistema, di una classe d'interessi ben precisi e delimitati e se non è in sintonia assoluta viene cacciato dal paradiso per sempre. Può assomigliare alla vecchia disciplina di partito ma solo in apparenza perchè qui interessi e metodi, strategie e idee, cambiano secondo le esigenze del momento ed il politico deve adeguarvisi senza fiatare: oggi è A ma domani può essere benissimo B e senza che ciò comporti rotture o traumi ideologici. Deve saper gestire in modo ottimale tutti gli interessi in campo e trattare con tutti i soggetti che possono attrarre finanziamenti, in modo che la ricchezza così prodotta diverrà un onere ed un costo per la collettività. Per usare un eufemismo, hanno fatto il nido come gli scarafaggi e non si accorgono minimamente del ribrezzo che provocano.

martedì 24 marzo 2015

In Media stat virtus (?)

Sbarcando da Marte dopo anni di lontananza dalla terra mi prendo un buon caffè e cerco di leggere i giornali. Il primo mi informa che siamo vicini al grande boom, il secondo che la ripresa è vicina, il terzo che la crisi non c'è mai stata, è solo un'invenzione di alcune procure. Passo oltre, il buon premier ci informa che lui fa cose buone e giuste che il mondo c'invidierà, il secondo che ci sono osservatori stranieri che invidiano le nostre riforme ed il terzo scrive che senza di  LUI  non avremmo mai visto la luce (in fondo al tunnel). Penso di ripartire al più presto.

lunedì 23 marzo 2015

Boiardi

Quando c'è qualcosa che non va si dice è colpa delle persone, disoneste ed inaffidabili che hanno alterato il quadro delle norme, assecondandole ai loro interessi, ergo rimossi costoro tutto rientrerebbe nei limiti stabiliti dalle leggi, senza più abusi e favoritismi. La spiegazione o la giustificazione ovviamente non regge ad una minima verifica, perchè non è questione di persone da cambiare ma di un processo lento ed inesorabile che portato un'intera classe dirigente ad essere indistinguibile dal mondo degli affari, puliti e non. Si supportano a vicenda in modo che dove inizia una poi l'altra finisce il lavoro e viceversa. Si inizia dalle norme, concordate e decise con la collaborazione di stimatissimi studi di settore, non una virgola deve deve essere inutile o risultare nociva per gli interessi di entrambi, poi si passa alla messa in opera. Immaginate persone o gruppi che vogliano usufruire di una data delibera ma che non hanno accesso ai documenti relativi se non dopo che i fondi a disposizione sono finiti o che i termini sono scaduti. Per essere lì, bisogna avere ottimi studi di commercialisti, ottimi avvocati e ottimi consulenti che facciano arrivare prima e bene ai documenti ed alle pratiche necessarie. Se poi tutto ciò si sa prima che la norma venga emanata, meglio ancora. Come se ne esce? Democraticamente esiste un solo modo: Non votarli più e fare piazza pulita. Senza rappresentanza politica, senza chi asseconda le scelte di pochi, questi signori avrebbero vita dura, o almeno più difficile di adesso

mercoledì 4 marzo 2015

Giovani e vecchi

I vecchi si sono presi tutto ed adesso minacciano anche il futuro dei giovani. le vecchie generazioni hanno preso tutto quello che c'era da prendere e non hanno lasciato nulla, solo un immenso debito da ripagare. Questo più o meno è lo sciocchezzario quotidiano che ci viene proposto dagli "economisti" correnti, cioè tutti. Lasciamo perdere questo corollario di imbecillità e concentriamoci su un punto: le pensioni di vecchiaia. Il trend demografico, con invecchiamento progressivo delle popolazione impone l'innalzamento dell'età pensionabile per consentire ai pochi giovani di lavorare e di avere in futuro un assegno previdenziale minimamente adeguato ad una vecchiaia dignitosa. Non bisogna essere matematici, avere dimestichezza con complicati algoritmi per capire l'inconsistenza assoluta della tesi, i giovani sono e saranno pochi e cosa facciamo per favorirli? Facciamo lavorare i vecchi. E come fanno questi ragazzi ad avere i mezzi per riprodursi?  Posticipando l'età della quiescenza non hai risolto il problema contributivo, che non dipende dai vecchi, che hanno pagato i contributi sempre ma dalla mancanza di lavoro che non permette e non permetterà a questi ragazzi di avere i contributi necessari,risposta: si ma questi contributi è meglio che per adesso glieli versino gli anziani rimanendo al lavoro. Bingo! Così abbiamo: Un mercato del lavoro bloccato, vecchi demotivati, contributi freschi congelati,danno erariale per le casse previdenziali dal momento che non si aumentano di una virgola i soggetti contributivi, ma guai a parlare di incentivi all'uscita, perchè così ci sarebbe il disastro economico! Numeri a caso, il contributo dello stato per le pensioni è tra i più alti del mondo, tra il 16 ed il 18 % del Pil. Peccato che non sono soldi della fiscalità generale e comprendono anche l'assistenza! Ma questo è meglio non dirlo

sabato 28 febbraio 2015

Qualcuno ha visto la rete?

Forse è l'amara fine di un sogno o forse è solo la sua logica conclusione. Tutti avevamo creduto al mito della rete che ci avrebbe resi tutti più liberi. Lì ognuno di noi non solo poteva sentire tutto ma anche dire tutto a tutti, il regno della libertà assoluta dove la conoscenza e l'informazione non avrebbero avuto limiti, ora tralasciamo i giochi planetari sui motori di ricerca e sui nuovi padroni sempre più legati agli apparati di sicurezza statali e concentriamoci sui più piccoli ma non meno evidenti cambiamenti nei siti di uso quotidiani, cosa sta succedendo in quei paraggi? Lì stata montata una gigantesca museruola che drena contenuti e commenti secondo le modalità classiche del "sedare, minimizzare ed isolare" Entri e ti ritrovi in un supermercato dove fai fatica a trovare ciò che hai chiesto, finestre e finestrelle ti introducono automaticamente dove tu non hai nessuna intenzione di andare e dove non ti interessa minimamente ciò che ti viene proposto. Indugi sulla stessa pagina? Con timer micidiale dopo un tempo prestabilto e dato vieni reindirizzato sull'home page iniziale, se poi ti decidi e vai su qualcosa, dopo la valanga pubblicitaria vieni automaticamente attaccato a qualcos'altro che come un treno parte e va indipendentemente dalla tua volontà. Provi ad attivare i  commenti ma spesso sono blindati, impossibile accedere ed ove ciò è possibile vieni immesso in una specie di quarta dimensione dove il  commento c'è ma diventa praticamente irragiungibile, sei stato indirizzato in una terra di nessuno, un cimitero da cui non si esce. E questo probabilmente, è solo l'inizio.

martedì 24 febbraio 2015

La strage degli incontinenti

La grande fabbrica per eccellenza annuncia con cori, rulli di tamburi, e compiacenze istituzionali che la produzione sta ripartendo alla grande ma, ma.. c'è un problemino, poca cosa s'intende ma capace però di creare apprensione nel clima generale di competitività e di lotta per un decimale di mercato in più. I vecchi lavoratori, quelli a cui la brava Fornero ha prolungato di una decina d'anni il lavoro alla catena secondo l'azienda non sono più collocabili nelle fasi di produzione neanche demansionati, allora, rimangono i prepensionamenti, no,si doveva fare entro il 2014, ma ci sarò la cassa integrazione, no, sparita anche quella, incentivi all'uscita? Improponibili perchè diseducativi. Domanda fatale: avendo in mente anche la recente abolizione dell'art. 18 con la relativa strage di diritti, che cosa sarà di questi lavoratori? Si procederà con quello che viene definito riequilibrio generazionale, hai lavorato tutta una vita ed adesso sei diventato inutile ed inefficiente? Fatti da parte e fai lavorare i giovani, non ti sono bastati trent'anni e più di stipendi? Pretendi anche la pensione?

giovedì 19 febbraio 2015

Emeritocrazia

Il nostro bravo presidente ne ha sparata un'altra delle sue: Per lui è vero, ( e sottintinteso giusto e sacrosanto) che ci siano delle scuole di serie A e scuole di serie B, perchè dipende tutto dal merito. Ora, caro bravo ragazzo, che cosa è il merito? Come si quantifica la conoscenza? Piccoli esempi: Quasi tutti i più grandi geni hanno avuto degli inizi scolastici disastrosi, ergo,adottando rigidamente i criteri meritocratici non avrebbero avuto nessun titolo per diventare dei geni, hanno forzato le regole e le norme che definiscono queste cose, se il loro percorso scolastico era stato pessimo non avevano alcun diritto di farsi strada e dimostrare le loro capacità mettendo così in discussione l'ordine ed i criteri stabilti dall'alto. Se c'è una cosa che non si lascia imbrigliare in categorie numeriche, graduatorie e classifiche, profitto, utilità tra entrate ed uscite, redditività spicciola, è la conoscenza. Le piccole università tedesche che all'inizio del secolo scorso hanno sfornato personaltà inarrivabili come debbono essere definite? Sicuramente non rientrerebbero nella moderna mentalità che fa preferire il manager al preside come se la cultura fosse un sottoprodotto della finanza con rientri sicuri del capitale speso. Si vogliono produrre dei robottini con scadenza e revisione annuale o delle persone che sappiano valutare e dirigere il loro percorso conoscitivo?