domenica 28 giugno 2015

Web emotions

Interessante articolo sul domenicale di Repubblica sullla nuova era delle emozioni digitali o sulla connessione emotiva che dir si voglia. l'analisi è che l'utente in rete non va più a cercare solo dati, fonti, musica e contatti in generale ma cerca ( e trova) emozioni, dunque un atto spontaneo e volontario che nasce da un bisogno preciso e che viene veicolato allo scopo dalle abili mani sulla tastiera. Noi cerchiamo e puf spunta fuori l'emozione voluta, quasi una parte di noi che si ricongiunge al nostro essere. Peccato che forse le cose non stanno così; perchè, proveremo a spiegarlo. E' risaputo che è partita la grande caccia, i padroni dei motori di ricerca, dei social non si accontentano più di sapere quali cibi preferiamo, quali film vediamo, cosa cerchiamo, ma spingono per catturare i nostri interessi facendoci girare attorno a ciò che loro vogliono che vediamo. Come ottenere tutto ciò? Con una precisa mappatura delle nostre emozioni, quantificate numerate con precisi e micidiali algoritmi che non ci lasciano scampo, così non sarò io a cercare sul web ma sarà il contrario, target, carne da macello per una ecografia totale ed assoluta. E' una visione pessimistica? Può darsi ma è meglio non abbassare la guardia

venerdì 26 giugno 2015

Sliding doors


Gli organismi europei, Ue e Bce,hanno trovato la soluzione al problema greco, semplice, lineare ed indolore (per le banche): cambiare il governo in carica il più presto possibile, e discussione con politici più "realisti" come dicono loro. Niente di nuovo e niente di straordinario, il cuoco non decide mai il menù, al massimo sceglie gl'ingredienti che deve cucinare ben sapendo che al minimo sbaglio sarà licenziato, è sempre il padrone del ristorante che decide per tutti, mai i dipendenti, intercambiabili e mai decisivi. I politici, anche a costo di apparire demagogici nell'analisi, sono solo dei dipendenti che non possono inventarsi nessuna ricetta ma solo portare a tavola pietanze precotte

martedì 23 giugno 2015

Barconi con vista mare

Allora è già tutto deciso, andiamo e bombardiamo, chi e che cosa, dove e quando non si sa, ma andiamo. Non è questo lo spazio per un'analisi strategico-militare ma si può discutere degli effetti politici ed economici, che sicuramente saranno devastanti. Per tutto il dopoguerra il mediterraneo ci ha assicurato commerci ed energia, trattavamo con tutti ed eravamo rispettati da tutti, poi i politici della nouvelle vague che sono venuti dagli anni novanta in poi, ci hanno detto che no, che non si poteva continuare così, che bisognava scegliere gli amici ed i nemici e cominciare a trattarli di conseguenza, puntuali sono arrivati gli errori di valutazione e la perdita di credibilità tanto che oggi il nostro peso politico è molto vicino allo zero. Come spesso succede in questi casi pensiamo di risolvere la cosa con un balcone ed un tizio con il mento in fuori che spara fesserie a raffica e peggio ancora,con cannoni e fanfare. Anche un bambino capisce che così non abbiamo nulla ma nulla da guadagnarci e che anzi ci mettiamo in guai seri, non solo dal punto di vista militare che forse è l'aspetto meno importante ma perchè andiamo a incidere ancora di più in un processo di destabilizzazione pericolossissimo ed indecifrabile: se andiamo e creiamo il vuoto dove tutto può succedere abbiamo salvaguardato i nostri interessi o quelli di qualcun altro che magari ci sta mandando avanti per scopi ed interessi suoi che non coincidono con i nostri?

sabato 20 giugno 2015

L'estremo centro

A sentirli parlare e strillare di prerogative democratiche, di autorità della rappresentanza, di conti da regolare con la stampa a volte si ha l'impressione che il grande mutamento genetico sia già avvenuto e sia anche, ahimè, irreversibile. I nuovi eletti alle cariche regionali ci tengono a precisare subito che loro non rispondono a nessuna regola che li possa limitare o peggio controllare nei loro atti, hanno acquisito una specie di deroga totale per cui ciò che dicono e fanno dall'elezione in poi riguarda solo loro ed i loro apparati e chiunque ponga domande e cerchi chiarimenti avrà vita molto dura e si pone in una grave contrapposizione democratica contro organi elettivi, scompare la distinzione tra cariche ed incaricati, tra la funzione ed il fruitore: se attacchi me attacchi l'intero corpo elettorale e la rappresentanza. neanche il Re Sole era arrivato a tanta arroganza e tanto disprezzo. Purtroppo hanno fatto il nido come gli scarafaggi e l'opera di disinfestazione non sarà facile nè breve. Ma è necessaria

domenica 14 giugno 2015

Al lupo 2 la vendetta

Sono i numeri che alla fine ci dicono la verità, hanno ammesso non senza qualche imbarazzo che non ci sono particolari motivi per temere un'invasione, che non c'è e non ci sarà: il numero dei nuovi immigrati è quasi uguale agli anni precedenti, nè più nè meno. Ed allora da dove nasce questa paranoia, questa sindrome da assedio che dal "Corriere" a "Repubblica" percorre tutti i media? Perchè  la paura serve a creare la malattia anche dove non c'è, serve a costruire barriere e sopratutto a preservare equilibri che senza questo fumo apparirebbero deboli e senza seguito. Anni fa il regista Michael Moore spiegò come funziona questo meccanismo: Prendi un paese, riempilo di nemici immaginari,riempi i giornali di furti, assassini, disegna un quadro della situazione da guerra civile e tutti correranno ad armarsi.. ed ha sparare al proprio vicino convinti di fare la cosa giusta, salvo poi scoprire che poco più su, per la precisione nel Canada, tutto questo non succede perchè lì la gente non ha paura di niente o quasi. Il regista dice che colpa principale è dei media, allarmistici da una parte e sereni nell'altra, può essere, ma non solo, perchè i giornali non fanno potere da soli ma partecipano insieme alle altre forze in campo, quindi è probabile che facciano da cassa di risonanza di esigenze più alte. Una citazione poi per gl'immigrati in plexglas alla stazione di Milano, questa situazione spiega bene il ragionamento, prendi i nuovi "mostri" mettili in vetrina, falli vedere a tutti nelle prime pagine ed il gioco della paura è servito.  

sabato 13 giugno 2015

Al lupo al lupo!

Se qualcuno venisse da Marte e leggesse i nostri giornali avrebbe l'impressione di un paese saccheggiato da orde d'immigrati assetati di sangue che stanno mettendo il paese a ferro e fuoco, nè più nè meno. Abbiamo due partiti che sembrerebbero contrapposti ma ragionandoci un pochino, non più di tanto. Sono quelli che estremizzano il problema e quelli che lo edulcorano in una mielosa retorica, non c'è la via di mezzo di un sano pragmatismo che veda la cosa per quello che è: una continua ed inarrestabile deriva che porta questa gente a spostarsi, un fenomeno naturale presente da sempre e che non si è mai fermato in nessuna epoca. Basterebbe prenderne atto e non cercare scorciatoie massimaliste, tutti a casa, o vuote e ipocrite, sono nostri fratelli..I più furbi alla fine alla fine sono quelli che si defilano, che fanno finta di di non prendere parte alla disputa ma che ne traggono il maggior profitto, per esempio quanto è calato il costo del lavoro con l'arrivo di questa forza lavoro disponibilissima ad ogni condizione retributiva ed oraria? Ma di questo non si parla mai perchè è meglio puntare i fari sui bivacchi nelle stazioni così la gente ha paura e rivota sempre gli stessi che hanno firmato l'accordo di Dublino che per inciso, ci OBBLIGA a tenerci tutti queli che arrivano e che naturalmente vorrebbero andare quasi tutti un pò più su, nei paersi del nord Europa, ne avrebbero il diritto come richiedenti asilo politico, ma il suddetto accordo annulla questo diritto e li obbliga a rimanere nel paese dove sono arrivati all'inizio. Geniale.

giovedì 11 giugno 2015

A volte ritornano

Il corrierone a volte ci fa delle piacevoli sorprese con interviste che ci fanno ricordare i bei tempi della gioventù, si, è un pò come rivedere vecchi telefilm di epoche passate come "Sulle strade della California" o "Happy days" Hanno ripescato Francis Fukuyama, quello della fine della storia e costui, dobbiamo dirlo appare in piena forma sciorinando una serie di banalità dietro l'altra che ci fanno capire che in fondo gli anni non lo hanno migliorato molto. Lasciando perdere tutto il repertorio solito sull'economia "Uber alles" e sulle riforme (ma dai!) il buon Francis attacca l'Europa del sud perchè zavorrata dalla corruzione e  di conseguenza con un sistema politico molto debole e clientelare. Ecco la cosa che dà più fastidio sono queste idee chiare ed evidenti, ma questi studiosi anglosassoni da che pulpito predicano? Negli USA ci sono seggi al congresso che da un centinaio di anni vanno alle stesse famiglie, non si può dire che sia un sistema molto mobile nè tantomeno che vi regni la trasparenza assoluta, anche lì vi è "clientelismo" o peggio dinastie inamovibili. Per favore basta con queste lezioncine.

domenica 7 giugno 2015

Dietro la lavagna

Anche il buon Oba ci da le bacchettate sulle dita,e ci sprona ad essere più vicini ai loro ideali e sottinteso, ai loro interessi. Dobbamo applicare integralmente le sanzioni alla Russia,niente più affari ed accordi, contratti ed esportazioni, dobbiamo congelare tutti i rapporti economici in corso, senza se e senza ma, subito. Siamo un paese che non ha materie prime, ma siamo ( o eravamo) bravi, bravissimi a vendere al resto del mondo i nostri manufatti, siamo diventati ricchi comprando tutto e vendendo tutto, situazione che ricorda molto il Giappone. Univamo a questa capacità e intrapendenza una flessibilità monetaria che ci consentiva di rendere competitivi i nostri prodotti, adesso non abbiamo più autonomia nei cambi e dobbiamo limitarci nelle esportazioni, un modo come una altro per dirci che il nostro futuro è nelle loro mani. Per tirare avanti abbiamo poche e collaudate strategie economiche: Conprimere i salari, aumentare la "produttività", deprimere la domanda interna e far salire l'età lavorativa fino a distruggere l'occupazione giovanile, tagliare il welfare e liberalizzare le tasse facendo pagare a tutti attraverso le imposte indirette le stesse quote, indipendentemente dal reddito posseduto. Sono ricette collaudate che non vanno messe in discussione perchè sono il nuovo "Logos", verità di fede più che di ragione.

lunedì 1 giugno 2015

Il comizio universale

Come da previsione il quadro politico dopo la tornata elettorale non è cambiato di molto, tutto come prima e forse più di prima salvo la caduta delle damigelle tanto coccolate e vezzeggiate da risultare alla fine mostruosamente antipatiche ed inconcludenti. Si vede che il modello non funziona più perchè la gente ha capito che un'immagine, vera o creata in laboratorio, non basta a fare un buon politico, ci vuole altro spessore, altra personalità, che evidentemente queste brave ragazze non hanno. Altro colpo alla credibilità dei sondaggi, ormai è un classico, con la candidata 5 stelle largamente in vantaggio negli exit- poll sul centro sinistra e poi a risultati acquisiti solo terza. Per lungo tempo i sondaggi e le proiezioni sono stati credibili, discostandosi poco o niente dalle percentuali finali, poi, hanno cominciato a dare esiti non consoni ai risultati, da scienza quasi esatta si sono trasformati in previsioni da indovini, non ne azzeccano più una che sia una. Ecco lasciamo la domanda in sospeso senza cercare facili risposte: Perchè?