giovedì 27 agosto 2015

Ufficiale e gentiluomo (?)

Oggi nelle pagine locali di "Repubblica" interessantissimo articolo-intervista ad un ufficiale giudiziario, lavoro duro ed ingrato, uno di quelli che la gente comune evita equiparandolo al becchino, al boia, tanto odio e pochissime soddisfazioni. Ma il nostro ha le idee chiare, non cerca di suscitare simpatia, comprensione, non cerca di giustificarsi, i suoi clienti lo definiscono il becchino dei vivi ma lui ha imparato che poi le cose non sono mai come ce le immaginiamo, a volte sono molto più brutte e così, sfratto dopo sfratto acquisisce quella consapevolezza di sè che lo porta a fare sempre meglio il suo lavoro. Il punto è proprio questo cosa spinge tanta gente a continuare attività che gli altri ritengono degne solo di ribrezzo? Probabilmente finiscono per amare proprio quello che gli altri rifiutano, la parte peggiore. Un boia non dimenticherà mai l'ultimo sguardo del condannato e da quello ne trarrà forza come uno sciamano, sensazioni negate alla gente comune ed a chi ha una visione consueta della vita e della morte. Il nostro personaggio in questione sa ed ammette che quando entra nelle case di gente che deve buttare fuori lo fa sapendo che potrebbe non uscirne vivo, un pò come il mercenario su  un campo minato, ma quella sensazione di essere al limite tra ciò che sa e ciò che può succedere è quella che lo attira di più, che gli dà la giusta motivazione. Non c'è nessuno che può consigliare, dare le indicazioni giuste, è solo l'istinto che può salvarlo, annusando l'aria, guardando le persone e cercando di capire subito, lui dice trenta secondi massimo, ciò che vogliono fare di te. L'orrore, l'orrore, diceva il colonnello Kurtz. Orrore di cui non sapeva più fare a meno

martedì 25 agosto 2015

La Cina è piccina?

Dopo l'ennesimo crollo delle borse i giornali cercano di capire dove e come e perchè, è il loro mestiere ed è giusto che lo facciano,ma i risultati e le analisi, ahimè sono perlomeno deludenti, per usare un eufemismo. Un giornale, diventato ormai il campione della purezza neoliberista arriva ad affermare che tutto è successo perchè..... non hanno fatto le riforme.Tesi Ridicola e meschina, ma tralasciamo il punto di vista strettamente economico e tecnico e puntiamo l'attenzione su quello mediatico, al messaggio che ne viene fuori. C'era chi diceva, un pò di tempo fa, che la guerra era troppo importante per lasciarla fare ai militari, lo stesso si potrebbe dire per l'economia. Grafici, tabelle e quotazioni devono essere visti come segni che definiscono qualcosa che va oltre i numeri, qui c'è di mezzo la governance mondiale altro che la quotazione dello yuan o le semplici oscillazioni delle borse. Allora, quello che esce fuori dai commenti è che ci troviamo davanti ai classici buoi scappati dalla stalla, cioè che la dirigenza cinese si trovi impreparata di fronte a processi che le sono sfuggiti di mano. Quasi che non si trattasse della Cina ma dell'Ecuador o Panama, evidentemente pure loro possono prendere delle cantonate, sbagliare metodi ed analisi, ma in 6.000 anni di storia è successo poche volte; generalmente, quasi sempre hanno fatto la cosa giusta che c'era da fare al momento giusto, nè prima, nè dopo. Chi ci dice che non lo stiano facendo anche questa volta?

lunedì 24 agosto 2015

Scuola e podere

Ci sono stati anni, non molto lontani, in cui il nostro livello di alfabetizzazione era arrivato al 98%. Anni terribili dove anche l'operaio voleva il figio dottore, anni in cui l'istruzione era il grimaldello per scardinare secolari secolari blocchi sociali, dove vecchie stratificazioni incartapecorite dagli anni stavano per saltare, ma per fortuna (loro), un periodo così era estremamente pericoloso e  infatti, non è durato molto.Così bravi esperti di Marketing ci delucidano sulle professioni più remunerative e su quelle che non danno prospettive,quelle che fanno fare soldi a palate e quelle che danno la fame, nelle prime ci sono le materie scientifiche e nelle seconde le umanistiche.Sembrerebbe un discorso chiaro, razionale, ma nasconde un verme, grosso e puzzolente perchè le cose sono un pò più complicate e perverse. Oggi chi si può permettere un figlio ingegnere, o fisico nucleare? Di sicuro non i ceti bassi e medi, non tanto e non solo per gli altissimi costi dell'apprendimento e dei relativi corsi ma per gli sbocchi, infatti la filastrocca che da lì si trova lavoro subito e ben remunerato è una grossissima sciocchezza per la presenza del numero chiuso sia nelle iscrizioni che nelle professioni, una specie di cancello chiuso a doppia mandata, ammesso che ti laurei e che superi il primo blocco c'è il secondo che ti vieta di esercitare autonomamente la professione a meno che... accetti di diventare un operaio cognitivo alle dipendenze di altri, senza diritti e con una remunerazione da fame. E sarebbero questi gli sbocchi sicuri? Perchè danno delle indicazioni sbagliate? Se scelgo una corso di studi umanistici, evito, anche se non del tuttto, cancelli e numeri chiusi e posso fare mille cose che studi settoriali e specialistici mi impedirebbero. Se conosco il greco antico o il latino ho quel qualcosa in più che lo specialista dell'alluce non avrà mai: la capacità di capire gli altri ed inventarmi il futuro.

mercoledì 19 agosto 2015

Reprimere e separare

Quale è il limite tra la giustizia e l'arbitrìo? Quali sono i diritti fondamentali di una persona? Si può separare una madre da un figlio solo perchè questa è in galera colpevole di gravi reati? Il diritto alla persona, al rispetto del suo corpo e dei suoi diritti inalienabili ha quasi mille anni, vietare ad una neomamma di allattare il proprio bimbo in nome dell'interesse del piccolo e stridente con qualsiasi logica non solo affettiva ma anche formale.Se c'è una pericolosità sociale dei genitori perchè il bimbo non viene affidato ai nonni? Vorremmo che tutte questi interrogativi fossero contingenti e legati al singolo caso ed al singolo modo di affrontare la questione e non il nuovo  modello di "rieducazione" in corso

sabato 15 agosto 2015

Mediterraneo e dintorni

Cosa sta succedendo vicino a noi? Ricapitoliamo, circa vent'anni fa ci fu il primo assalto alla stabiltà europea con la guerra e lo smembramento dei balcani. Per qualcuno che non se lo ricorda,o fa finta, tutto iniziò con lo sciagurato riconoscimento della Slovenia da parte di importanti paesi del nord europa, poi la guerra ed i bombardamenti umanitari. Risultato: adesso lì c'è una polveriera pronta a riesplodere quando meno te lo aspetti. Mediterraneo, uno alla volta sono stati smantellati tutti i regimi odiosi che vi albergavano; ottima cosa se non avesse lasciato un vuoto pauroso riempito o dai militari, Egitto, o dal caos assoluto, Libia. Altre nazioni sono pronte alla cura: Tunisia, Marocco, Algeria, sono avvisate a suon di bombe, l'ora della ricreazione è finita, e pure loro, nazioni solide mostrano preoccupanti segni di cedimento strutturale. Stesso  percorso per la Turchia. Se poi andiamo un pò più in giù il dissolvimento di qualsiasi equilibrio è palese, hanno distrutto l'Iraq, la Siria, puntano alla Giordania e tengono d'occhio  quel gigante ancora relativamente solido che è l'Iran, troppo solido per l'andazzo in corso. Uno più uno può fare due senza per questo arrivare a conclusioni univoche, ma l'impressione che se ne ricava è di un gioco sottile ed ininterrotto ad alimentare la paura ed il vuoto. Lasciamo agli analisti ed agli strateghi il compito di spiegare perchè ciò sia avvenuto ed avvenga con la complicità o peggio la partecipazione attiva delle potenze occidentali

venerdì 14 agosto 2015

Spolpa Italia

Quali sono le linee guida della governance attuale sul territorio? Lo slogan potrebbe essere facciamo, costruiamo anche e sopratutto dove non c'è bisogno. Se poi l'intervento è anche dannoso, pazienza, nessuno è perfetto. Non si parte più dal progetto, dall'utilità pratica del manufatto, dagli utenti che dovrebbe raggiungere, dalle necessità che dovrebbe soddisfare, ma direttamente dai costi, quindi si elencano le società interessate e solo a questo punto punto prende corpo (l'eventuale) progetto e la sua ubicazione. Una società di calcio vuole uno stadio? Non si sa dove, quando ma già è pronto tutto l'organigramma di aziende interessate e con le idee molto chiare sui tempi e sui costi, loro le chiamano sinergie, noi condivisione dei beni (nostri) beninteso. Sevono 50 impianti per la spremitura della neve tra Palermo e Latina, costo delle opere due miliardi, ottimo, e se non c'è abbastanza neve possiamo farcela mandare dalla Siberia, così facciamo vedere che non siamo provinciali ed abbiamo una visione moderna delle cose.

venerdì 7 agosto 2015

Verità (?)

C'è stato un periodo in cui la gente non cercava la salvezza, non cercava la verità, ma si affidava al destino, riconosciuto come unico sovrano. Può sembrare un posizione retrograda, degna degli albori della civiltà ma forse non del tutto ingiustificata. Col tempo si è scoperto che forse quei nostri progenitori non erano del tutto privi di senno, per l'esattezza ciò è avvenuto quanto si è preso atto che l'essere non è ma diviene in un processo continua senza inizio e senza fine e dove non ci sono certezze, verità fisse, dove ciò che è viene continuamente nascosto e celato tale che alla fine è difficile, quasi impossibile, distinguerlo dal non essere, da ciò che non è. Grazie a questa consapevolezza, è nata la scienza moderna, figlia dell'incertezza e delle probabilità e non più delle verità assolute, che forse ci sono forse no, ma in ogni caso non hanno una grande importanza ai fini del raggiungimento dello scopo prefissato o dell'utilità pratica del concetto: se ci sono più possibilità che funzioni che importanza può avere la codificazione di una regola unica che certifichi tale evento? Ma forse, forse, questo mondo così fluido e senza dogmi comincia ad essere pericoloso e l'impressione che se ne ricava, è che sia partito il contrattacco. Ma diciamocelo francamente: cosa ce ne facciamo, cosa ce ne faremmo di un ritorno di fiamma del finale già scritto? Quello in cui si dice che c'è la verità unica ed indiscutibile? Della firma tracciata nel tutto? Niente, ma forse stiamo tornando ad un mondo in cui l'utile ed il possibile devono passare l'esame del certo.

mercoledì 5 agosto 2015

Silent movie

Capita sempre più spesso di vedere film da altri pianeti, naturalmente ci dicono che non ci sono altri pianeti e che ci dobbiamo accontentare di questo dove poggiamo i piedi. Già sentita, ma per fortuna non mi convince, perchè sono sicuro, ne sono certo,che c'è vita oltre le Major. Mentre assistiamo alla lenta decomposizione di autori che abbiamo amato ed i giornali ci rassicurano che quella in uscita è la loro migliore opera pensiamo che bisognerebbe impedire, anche con la forza, a costoro di continuare nello scempio della loro immagine, uno su tutti, il buon Woody; basta, ti scongiuriamo, attacca la cinepresa al chiodo e goditi la vita. Da noi  c'è la specialità dei "maestri" di stato, gente di cui è impossibile parlar male ma di cui ormai, è quasi impossibile vedere un film fino alla fine senza morire di noia, anche qui, un appello: ma non avete di meglio da fare che rifare sempre lo stesso film? Ma non avete pietà degli (eventuali) spettatori? Leggi i giornali e sono tutti capolavori che testimoniano la salute del cinema italiano. Ma per piacere! Ma se così fosse, come mai non ci sono traccie oltre Chiasso? Nessuno all'estero sa niente di queste "opere d'arte", non vi è mai balenato il sospetto che in realtà sono solo delle boiate pazzesche? Quindi per vedere qualcosa di decente bisogna rivolgersi altrove, in special modo in quei paesi ed in quelle cinematografie considerate "periferiche". Il più grande regista in circolazione è un iraniano, grande cinema arriva dalla Corea, dalla Cina, dall'Africa del nord. Bene, allora oltre casa, patria, famiglia di hollywoodiana memoria c'è dell'altro, per fortuna.