lunedì 5 aprile 2021

FAR FINTA DI ESSERE SANI,

Tanti anni fa, sembra quasi che sia passato un secolo un secolo, Giorgio Gaber cantava la difficoltà ad essere omologati, tutti con l'obiettivo comune di efficienza salute competitività. Mai nessuna debolezza imperfezione emozione, fuori dalle righe di un comune sentire, di una cornice di ovattata di consuetudini ed adattamenti. Il rischio era quello di essere espulsi dalla comunità, di essere relegati ai margini di un pensiero debole e perdente e senza nessuna speranza di venire reintegrati: una volta fuori la porta era chiusa per sempre, adattarsi mimetizzarsi ma mai lasciare la presa. Cura maniacale del corpo, socialità ambientale, legata cioè all'accrescimento della propria autostima ed al riconoscimento degli altri, visibilità ed ambizioni adeguate, pochi scrupoli nel raggiungimento dei propri scopi. Poi improvvisamente cambia tutta la narrazione: essere sicuri, motivati, senza particolari apprensioni o paure diventa un comportamento irresponsabile da biasimare e condannare in toto. I nuovi must diventano la diffidenza, l'insicurezza, la paura di un qualsiasi contatto sociale, chiusi nel proprio bozzolo senza nessuna vicinanza se non virtuale, questo è oggi essere cittadini responsabili. Sono stati rivalutati comportamenti prima ritenuti indegni: la delazione, l'accettazione a priori di qualsiasi limitazione alla propria libertà, il rintanamento in un egoismo "altruista": si faccio cose che prima mi sarei vergognato solo a pensarle, ma che adesso faccio per il mio bene e per quello degli altri, e così via via in una discesa primordiale verso puri istinti di sopravvivenza. Ma probabilmente il buon Giorgio aveva previsto anche questo

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